(ANSA) – CAGLIARI, 22 MAG – "Confidiamo che la decisione venga presa in tempi stretti, anche per rimuovere questo clima d’incertezza che si è generato dal 3 gennaio in poi". Sono le prime parole dell’avvocato Giuseppe Macciotta del pool difensivo della governatrice Alessandra Todde, al termine della seconda udienza nella prima sezione civile del Tribunale di Cagliari sul ricorso della governatrice all’ordinanza ingiunzione di decadenza emessa dal Collegio di garanzia elettorale della Corte d’appello del capoluogo sardo. "Noi abbiamo chiesto – spiega il legale – che il Tribunale faccia luce sull’accertamento della inesistenza di una causa di ineleggibilità, perché l’ordinanza, anche se non integrasse gli estremi di una decadenza, certamente individua una fattispecie di ineleggibilità sulla quale bisogna far luce. Noi riteniamo che la presidente Todde non abbia commesso alcuna violazione, neppur formale, neppur minima", chiarisce Macciotta in riferimento alle contestazioni del Collegio di garanzia sulle spese elettorali sostenute dalla governatrice durante la sua campagna per il voto del febbraio 2024, sfociate in una sanzione amministrativa di 40mila euro. L’avvocato auspica tempi brevi per la sentenza anche perché, sottolinea, "il sentimento generale è ormai che la presidente Todde dal 3 gennaio è decaduta". Oggi il collegio aveva due strade: leggere subito in aula il dispositivo o ritirarsi e depositarlo in seguito (entro 60 giorni), che è stata la scelta del presidente Savona. Gli avvocati dovranno attendere ora che il sistema informatico del Tribunale notifichi il deposito della decisione. Il fatto che la decisione non sia stata presa subito "è normale – commenta Macciotta -, il Tribunale mostra rispetto anche verso la discussione odierna e quindi vuole ponderare alla luce di possibili nuovi elementi che possono essere emersi nella discussione, è un fatto di rispetto della difesa". Uno degli elementi nuovi è la costituzione nel procedimento dell’avvocato Fercia, che si è visto revocare il mandato difensivo dal Collegio di garanzia (rinnovato dopo il pensionamento della presidente Gemma Cucca, sostituita da Massimo Costantino Poddighe), ma che ha presentato un atto di intervento "adesivo autonomo", per difendere comunque l’operato del Collegio di cui faceva parte e l’ordinanza di decadenza che lui stesso aveva contribuito a firmare. "Nell’ipotesi in cui il ricorso della presidente dovesse essere accolto – ha sottolineato in aula Fercia -, contestualmente il Tribunale condannerebbe anche me alla responsabilità civile e quindi da questo punto di vista credo di avere il diritto di difendere il mio operato, perché io ho servito la Repubblica e l’ho fatto con disciplina e onore, e ho il diritto di dimostrarlo". Nell’intervento illustrato questa mattina, l’avvocato e professore, si è soffermato su una sentenza della Cassazione su un caso simile che ha riguardato un parlamentare di Genova. (ANSA).