(ANSA) – GENOVA, 28 AGO – Da tre giorni una cinquantina di detenuti dell’alta sicurezza nel carcere di Marassi a Genova stanno battendo le stoviglie contro le sbarre in forma di protesta. Lo denunciano la Uilpa e l’Osapp. I sindacati ricordano come "l’intensità della protesta ha raggiunto livelli tali da mettere seriamente a rischio l’incolumità fisica sia del personale che degli stessi detenuti". Secondo le prime informazioni i detenuti stavano aspettando delle risposte dalla direttrice che però non sarebbero ancora arrivate. Il 4 giugno, sempre a Marassi, era scoppiata la rivolta dopo le torture e le violenze subite da un detenuto da parte di quattro compagni di cella. Proteste placate solo dopo il trasferimento dei quattro. "Da non dimenticare – sottolinea Rocco Roberto Meli, segretario regionale Osapp – che proprio quella rivolta ha segnato un punto di non ritorno, mai registrato prima in questi termini. Ciò che preoccupa ancor di più è la totale condizione in cui versa il personale di polizia penitenziaria di Marassi". La gestione della sicurezza nella casa circondariale genovese "è fallimentare – precisa Fabio Pagani, segretario della Uilpa -. La polizia penitenziaria è ormai allo stremo: la presidente Giorgia Meloni e il ministro Carlo Nordio prendano atto della situazione e varino misure urgenti". Intanto il Sappe, il sindacato autonomo Polizia Penitenziaria, rende noto che alcuni parenti di detenuti hanno tentato di introdurre droga e un telefonino in carcere a Marassi ma il pacco è stato intercettato e sequestrato. (ANSA).