“Pronti a dare battaglia, spiace solamente registrare ancora una volta che dietro alla parola razionalizzazione si celi solamente incompetenza”. Non usa giri di parole Simone Molteni, presidente del Consiglio d’Istituto Como Borgovico di cui fa parte la scuola primaria “Corridoni” di via Sinigaglia.
L’amministrazione comunale ha annunciato ieri la volontà di chiudere il plesso, con la possibilità che al posto della struttura possa essere realizzato un autosilo (ne parlavamo qui e qui). Una decisione, come già le altre in passato, che porta con sé un inevitabile strascico di polemiche e contrarietà tra le famiglie e a livello politico.
Il presidente del Consiglio d’Istituto: “Non la chiamino razionalizzazione”
“Si preannunciano altre fasi complesse che riguardano famiglie, insegnanti, personale e soprattutto i bambini – dice Molteni – e ancora perdita di tempo e di risorse economiche per cercare di raddrizzare una strada intrapresa senza pianificazione seria. Già 200 persone in primis i genitori, tra questi ci sono avvocati e architetti pronti a mettersi a disposizione, ma anche – voglio sottolinearlo – tifosi del Como, che parlano di scelta che non ha senso sotto vari aspetti. Basti pensare che quando si era deciso di chiudere la scuola di via Perti erano state individuate le sedi di via Sinigaglia e via Brambilla come alternative. Alcuni genitori oltre ai figli che stanno per iniziare la prima hanno trasferito anche i fratelli più grandi con inevitabili mal di pancia e ora? l’anno prossimo saranno punto e a capo?. Non c’è una logica nelle decisioni del Comune. Questa razionalizzazione non ha nulla di razionale e fa emergere soltanto spreco di soldi ed energie” conclude il presidente del consiglio di istituto che sottolinea infine un dato: “Le elementari di via Sinigaglia contano 210 alunni e i numeri sono in crescita rispetto al passato”.
Molteni ancora non si sbilancia sui prossimi step, intanto il 15 settembre è fissato in Comune un incontro con i rappresentanti delle scuole coinvolte nelle chiusure.
L’attacco di Forza Italia e Svolta Civica
Sul fronte politico alle voci di Pd, Fratelli d’Italia, Verdi e dell’associazione Nova Como si sommano oggi quelle di Forza Italia e Svolta Civica.
Fortemente contrario allo stop dall’anno scolastico 2026-2027 il consigliere regionale e coordinatore provinciale del partito fondato da Silvio Berlusconi, Sergio Gaddi.
“Le scuole si aprono, non si chiudono – commenta – Chiudere una scuola è la peggiore delle sconfitte per qualsiasi amministratore, sul piano culturale, etico e civile. Farlo poi per dare spazio a un autosilo è aberrante, ma giustificare il tutto con l’uso scorretto dei dati del calo demografico è addirittura imbarazzante, perché la risposta seria è moltiplicare i servizi per l’infanzia, non chiudere quelli che funzionano – spiega il consigliere – La qualità della vita di una città parte dai bambini, il nostro primo capitale umano, che per questa giunta sembrano nemici. Si profila quindi l’ennesimo sacrosanto ricorso con l’ennesima sconfitta per il Comune pagata da tutti i cittadini.”
“Dopo aver preso sonore batoste dal Tar Rapinese torna alla carica: ora chiude la scuola di via Sinigaglia – dice Vittorio Nessi consigliere comunale di Svolta Civica – Continua l’amministrazione a spot, fallita un’idea se ne inventa un’altra senza una riflessione complessiva, un disegno della città una valutazione dei bisogni dei cittadini. È la prova – conclude Nessi – che non è in grado di governare Como”.
“Chiudere scuole per aprire parcheggi: la “visione” di Como la notizia della chiusura di nuove scuole a Como non sorprende più nessuno. Del resto, il Sindaco
lo aveva già annunciato e, puntualmente, mantiene la promessa: meno aule per i ragazzi, più cemento e parcheggi. È ormai evidente che, per questa amministrazione, contino più i numeri di bilancio che le necessità delle famiglie comasche”. Cosi Azione Como che tramite il responsabile Carlo Bodoni spiega: «Non ci stupisce il metodo. Quando Azione aveva presentato un piano alternativo e dettagliato di razionalizzazione, chiedendo con urgenza di non chiudere la scuola di via Brogeda – ultimo presidio istituzionale in un quartiere ormai dimenticato – il Sindaco e la sua maggioranza hanno sbattuto la porta in faccia».
Aggiunge Luca Monti, responsabile tavoli tematici e referente scuole di Azione Como: «Chi ricopre un incarico pubblico pro tempore non può agire, come fa l’attuale Sindaco, senza ascoltare nessuno: presidi, consigli d’istituto e, soprattutto, le altre istituzioni. Un piano condiviso di gestione degli spazi tra Comuni, Provincia e Ufficio scolastico potrebbe affrontare molte criticità, dalle fasce orarie ai laboratori, dalla capienza delle scuole superiori alla viabilità».
La note prosegue: “Intanto i piani cambiano alla velocità della luce. La Corridoni, che avrebbe dovuto accogliere gli studenti di via Perti, oggi può tranquillamente essere abbattuta. I bambini si spostano come pacchi postali, i progetti si ribaltano, le idee evaporano: un capolavoro di incoerenza. Forse il confronto non rientra nel vocabolario politico dell’amministrazione. Più semplice tirare dritto, salvo poi collezionare sconfitte davanti al TAR.
E così si arriva all’epilogo: abbattere una scuola per far posto a un autosilo. Una scelta che racconta meglio di qualsiasi slogan l’assenza di visione di questa amministrazione. Invece di investire nel futuro della città e delle nuove generazioni, si preferisce sacrificare spazi educativi sull’altare del parcheggio. Evidentemente, per il Sindaco un posto auto vale più di una classe”.