Ogni inizio di settembre lo stesso copione, si torna a scuola tra le difficoltà di insegnanti e genitori. Tra cattedre ancora vacanti e orari ridotti, il rientro in classe è un percorso ad ostacoli per molti. Già la scorsa settimana si era parlato del caos tra i docenti supplenti che si erano presentati nei diversi istituti per firmare i contratti e avevano scoperto di essere in lizza con altri colleghi per lo stesso posto. Questo perché non erano state scorporate dall’elenco le sedi assegnate dai vincitori di concorso, con il risultato che risultavano a disposizione più posti di quelli effettivamente disponibili. Ad oggi però, con la prima campanella alle porte, la situazione è ancora ingarbugliata.
Cattedre scoperte e orari ridotti, la situazione nella provincia di Como
La conferma arriva dal responsabile Uil Scuola della provincia di Como, Gerardo Salvo. “Siamo alle prese con numerosi problemi – spiega – avremmo dovuto risolvere tutto all’inizio di questa settimana, ma siamo a giovedì e ancora attendiamo. Di fatto non è ancora possibile capire quanti posti restano da assegnare per ogni classe di concorso. Solo una volta che saranno esaurite le graduatorie il singolo istituto potrà fare una selezione interna e procedere con gli interpelli”. Tecnicismi a parte, il sindacalista spiega che le ripercussioni sono evidenti: le scuole ripartono con orari ridotti, senza una parte del corpo docente, compresi gli insegnanti di sostegno.
Questioni che di questo passo saranno risolte soltanto nelle prossime settimane. “Il provveditorato aveva annunciato per l’altroieri l’elenco di tutte le graduatorie esaurite e invece – dice ancora Salvo – non abbiamo questi dati, gli istituti sono bloccati con le procedure interne e restano senza personale”. A soffrire di più sono le scuole dell’infanzia e le primarie con una grave carenza confermata proprio sul sostegno. A livello geografico c’è un’equa distribuzione dei disagi. Non ci sono più zone fragili come un tempo quando, ad esempio, l’Altolago soffriva in modo particolare.
“Quello che non si comprende – dice infine il sindacalista – è anche la difficoltà economica dei docenti precari per i quali anche perdere pochi giorni pesa. Pensiamo ai fuori sede. In questo momento si trovano a pagare un affitto intero ma di questo passo saranno assunti e pagati per metà mese. Non è corretto per loro e neppure per le famiglie che dovranno ingegnarsi per coprire le ore scoperte e le uscite anticipate dei figli. Al provveditorato chiediamo di accelerare le procedure”.
Domani intanto l’anno scolastico sarà inaugurato a Como dalla primaria di via Perti, che l’amministrazione voleva chiudere ma che il Tar ha riaperto nelle scorse settimane.