“Bloccare le nuove costruzioni nei territori che hanno subito frane e inondazioni”. Netta presa di posizione degli ambientalisti comaschi. In una nota congiunta firmata da dieci gruppi e associazioni del territorio lariano dopo i gravissimi danni causati la scorsa settimana dall’ondata di maltempo.
“Chiediamo invece che tutti gli attori istituzionali, Comuni, Provincia e Regione – si legge nel comunicato – assumano impegni concreti, supportati da adeguate risorse economiche, per ridurre i rischi e mettere in sicurezza il territorio, ciascuno per la propria competenza, ma con una regia unica. Non in ordine sparso. Consapevoli che la prevenzione passa anche attraverso un quadro normativo più rigoroso, che impedisca nuove e impattanti costruzioni sulle sponde del lago, chiediamo alla politica di impegnarsi in questa direzione”.
“In attesa però di regole più stringenti che portino a non cementificare ulteriormente il territorio e le sponde del lago e in attesa di accertamenti sulle reali situazioni di rischio e pericolo – la richiesta delle associazioni ambientaliste comasche – per mettere in atto provvedimenti adeguati, chiediamo che contestualmente allo stato di emergenza si decreti la sospensione temporanea di nuove costruzioni nei comuni che hanno subito frane e inondazioni causate dal maltempo. Non dimentichiamo che ogni nuova costruzione contribuisce a rendere meno permeabile il suolo e ad intaccare un equilibrio che è già sufficientemente precario, come abbiamo avuto conferma in questi giorni drammatici”.
Gli ambientalisti ricordano “le cause molteplici e complesse di questi eventi” e citano “la vulnerabilità geologica del territorio lariano e la fragilità idrogeologica, la sempre maggior frequenza, intensità e imprevedibilità di eventi metereologici
avversi, lo stato di abbandono delle aree montane e boschive e la conseguente scarsa manutenzione; la cementificazione selvaggia del territorio”.
“Per le cause correlate alla vulnerabilità geologica e ai cambiamenti climatici è necessario e urgente avviare studi e approfondimenti per trovare strategie di mitigazione dei rischi. I
risultati purtroppo non saranno immediati – concludono gli ambientalisti – Al contrario per la manutenzione delle aree montane e boschive e per bloccare la cementificazione selvaggia possiamo agire subito. E se i nostri boschi richiedono un impegno di risorse e progetti adeguati, lo stop al consumo di suolo è solo questione di volontà politica”.