“Il Lario rischia di diventare Disneyland”. Lo spiega Giuseppe Rasella, vicepresidente Camera di Commercio Como-Lecco. Turismo sul Lago di Como, da un lato le bellezze del Lario – tra borghi mozzafiato e paesaggi a metà tra lago e montagna – dall’altro, invece, gli effetti di un territorio che è sempre più assediato dai turisti. Di questo si è parlato in occasione della Giornata del Turismo 2025, organizzata nella sede lecchese della Camera di Commercio, per capire come si evolverà la destinazione Lago di Como dopo le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, che ha ricordato il vicepresidente Rasella “rappresentano una grande vetrina per il nostro territorio, con ricadute positive in termini economici e di prenotazioni alberghiere”. Di questo si è parlato in occasione della Giornata del Turismo 2025, organizzata nella sede lecchese della Camera di Commercio, per riflettere e capire come si evolverà la destinazione Lago di Como dopo le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026.

Turismo sul Lago di Como, numeri in crescita ma i centri storici si svuotano
L’obiettivo è creare un valore stabile, rendere il territorio attrattivo tutto l’anno, abbatterete la stagionalità e puntare sulla delocalizzazione, affinché anche le aree meno gettonate (e conosciute) del Lario siano finalmente amate dai turisti. Per farlo bisogna prima risolvere le solite criticità: mobilità e infrastrutture. Un turismo crescente, dicevamo, che porta con sé anche ricadute economiche positive.
Un turismo crescente, dicevamo, che si conferma settore trainante di tutto il territorio. Oltre il 9% (9,4%) delle imprese lariane è specializzata nel settore turistico, superando addirittura la media regionale, ferma a poco meno dell’8%. Como, con il suo 9,5%, è seconda in Lombardia. Segue Lecco, con poco più del 9% (9,1%). In nove anni e mezzo, dal 2015 a giugno 2025, a Lecco e provincia il turismo cresce del 27,3% (prima in Lombardia), contro un totale di crescita dell’economia che è fermo allo 0,4%. Nel Comasco invece cresce del 20,6%, contro un totale del +3,4%. Praticamente un decimo di tutti gli addetti impiegati sul Lario hanno a che fare col settore turistico, sfiorando l’11% (10,7%) soltanto a Como. In quasi dieci anni, inoltre, nell’area lariana gli addetti del turismo sono aumentati del 40%, ben al di sopra della media regionale, ferma al 28,8%.
Sono soprattutto i turisti stranieri ad affollare le rive del Lago di Como. 8 su 10, infatti, arrivano dall’estero. Il lago piace per le sue città, i suoi borghi, le passeggiate e molto altro. Cresce e migliora anche ricettività alberghiera ed extralberghiera, con il fenomeno “affitti brevi” che è ormai esploso. Eppure il turismo di massa, sempre più “mordi e fuggi”, rischia di soffocare il Lario, snaturando la sua bellezza autentica. Il rischio è che si svuotino i centri storici, di città come di borghi, diventando un grande B&B a cielo aperto. E il rischio è che Como diventi come Venezia, un grande parco tematico vittima dell’overtourism, che lascia poco e costa molto. Intanto però occhi puntati sul Natale, con previsioni che – per albergatori e tecnici del settore – sono più che positive.
Numeri in crescita anche sul Ceresio, che traina la stagione 2025. Riscontro positivo anche per la Navigazione Laghi. Per la prima volta, ha sottolineato il gestore governativo Pietro Marrapodi, il Lago di Como ha superato i 6 milioni di passeggeri.







