(ANSA) – MILANO, 26 NOV – Investigatori ed inquirenti hanno effettuato oggi un nuovo sopralluogo nella casa di via Iglesias, a Milano, dove la sera del 14 ottobre Pamela Genini, 29 anni, è stata uccisa con più di 30 coltellate dall’ex compagno Gianluca Soncin, il quale, dopo aver fatto copia delle chiavi nei giorni precedenti, entrò nell’abitazione e tese un agguato alla giovane. Da quanto si è saputo, la nuova ispezione dei luoghi non ha cambiato, in sostanza, il quadro delle indagini condotte dalla Polizia e coordinate dall’aggiunta di Milano Letizia Mannella e dalla pm Alessia Menegazzo. Al 52enne, in carcere e che non rispose negli interrogatori, viene contestato l’omicidio aggravato, tra l’altro, dalla premeditazione e dalla crudeltà. Dalle testimonianze e dagli accertamenti con l’analisi delle chat dei telefoni, era venuto a galla un rapporto "tossico" fatto di violenze, soprusi e prevaricazioni, andato avanti per oltre un anno e mezzo. Genini, poi, lo aveva lasciato, ma lui continuava a minacciarla e a ripeterle che era "cosa sua". "Non sapevamo nulla di quello che lui le faceva purtroppo", aveva messo a verbale la madre. Mentre l’amico ed ex compagno di Pamela, con cui la giovane era al telefono quando è stata aggredita, aveva raccontato anche i timori della 29enne su quelle chiavi. Lei gli aveva detto che Soncin aveva finto "di stare male per poter restare in casa" di lei e probabilmente, avendo la "disponibilità" delle chiavi, "in quella circostanza" ne fece una copia. Elemento appurato nelle indagini con l’individuazione del ferramenta. "Questo è matto completamente non so che fare (…) Che faccio?", aveva scritto la 29enne all’amico, nell’ultimo messaggio poco prima di essere uccisa da Soncin, quel giorno partito appositamente da Cervia (Ravenna), dove viveva. (ANSA).






