(ANSA) – TRIESTE, 03 DIC – "Non vedo mia figlia di 8 anni, dal vivo, dall’11 febbraio, da quando sono andati a prelevarla da scuola e l’hanno portata in una casa famiglia". E’ la denuncia, rilanciata dal Messaggero e dal Gazzettino, di una donna che vive in Friuli Venezia Giulia e che racconta come le sia stata sospesa la capacità genitoriale, "sulla base di perizie sottoscritte dagli stessi servizi sociali che avevano concesso, alla madre del bambino di 9 anni, che ha poi sgozzato, di vederlo da sola". "Mi sono affidata alla giustizia dopo che mia figlia ha trovato il coraggio di confessare qualcosa di terribile subito da suo padre", ha proseguito la donna. Donna, però, che è stata accusata di aver portato la piccola una decina di volte al pronto soccorso per sottoporla a visite ginecologiche giudicate "eccessive" e di aver screditato la figura del padre, finché le è stata sospesa la genitorialità di madre. "È una tortura – ha confessato la donna – L’unica volta che l’ho sentita, in una videochiamata di mezz’ora, è stato il 30 settembre". Il caso ha attirato l’attenzione di 8 senatori del Pd, tra cui Valeria Valente (membro della Commissione parlamentare di inchiesta su femminicidi e violenza di genere), firmatari di un’interrogazione parlamentare ai ministri della Giustizia e per la Famiglia. "Il prolungamento della permanenza della minorenne in struttura, per più del doppio del tempo previsto dal tribunale, in provincia diversa da quella di residenza, con minori di diverse nazionalità, sia maschi sia femmine dai 12 ai 14 anni, con un completo sradicamento dal suo habitat familiare, scolastico e amicale, appare contrario alla dignità della persona e ai principi che tutelano il supremo interesse del minore", si legge nel documento. (ANSA).






