“Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”. È una delle regole dell’oratorio di Cesano Maderno, in provincia di Monza e Brianza, a una decina di chilometri dai comuni comaschi. È scritto chiaramente all’ingresso, come fosse un promemoria, se mai ci fosse bisogno di ricordarselo. Ed è anche, o forse dovrebbe esserlo, una regola chiave, semplice ed essenziale, che tutti dovremmo tenere a mente. Eppure quanto accaduto all’oratorio Don Bosco in via Cesare Cantù dimostra che la buona educazione, ormai, è troppo spesso un optional.

Atteggiamenti provocatori, intimidazioni, quel modo un po’ beffardo e sfrontato, quello di chi fa della trasgressione un cavallo di battaglia. Poi le parole dette come fiumi in piena, senza accorgersi – invece – che c’è un limite e quel limite si chiama “rispetto”. Da qui la scelta del parroco di chiudere l’oratorio il sabato pomeriggio, “per motivi di sicurezza” e “fino a data da destinarsi”. Una decisione più simbolica che dimostrativa, spiega, per mandare un segnale chiaro all’intera cittadinanza.

Chiuso l’oratorio di Cesano Maderno, le parole del parroco e del sindaco
“Una scelta simbolica, frutto di una lunga riflessione con educatori e gentiori. L’oratorio resta chiuso soltanto un paio d’ore il sabato pomeriggio, perché – in questi mesi – abbiamo avuto la presenza di ragazzi (anche gruppi numerosi) che a volte arrivano anche da fuori Cesano Maderno e che hanno avuto comportamenti inqualificabili e ingiustificabili. Comportamenti che non vanno bene non solo in oratorio, ma anche in altri luoghi. Una scelta per mandare un segnale di fronte a un disagio che esiste“. Con queste parole, don Stefano Gaslini, parroco Santo Stefano di Cesano Maderno, spiega il motivo che sta alla base della sua decisione.

“Una scelta dolorosa ma necessaria, perché è una delle azioni di contrasto di un fenomeno di maleducazione come quello che si è assistito nel nostro oratorio. Il tema del contrasto a quello che potrebbe diventare un fenomeno delinquenziale è un aspetto che riguarda da vicino anche le amministrazioni cittadine”, sottolinea il sindaco di Cesano Maderno, Gianpiero Bocca.
Il rischio però è che il confine tra maleducazione e criminalità sia sempre più fragile e a oltrepassarlo non ci vuole molto. Si tratta, nel caso di Cesano Maderno, di minorenni, figli di situazioni familiari “disastrate o particolarmente delicate”, commenta il sindaco, che parla di “fenomeni di maleducazione”. Il Comune, intanto, è già al lavoro, insieme alle forze dell’ordine e ai servizi sociali cittadini. “La chiusura dell’oratorio – prosegue il primo cittadino – non vuole essere un segnale per arrendersi a un problema. Tutt’altro: è un segnale per fronteggiare il problema e dire ai ragazzi che così non ci si comporta all’interno di un ambiente educativo”.

Chiede rispetto per gli adulti, don Stefano, ma anche per i più piccoli e per i luoghi. “A questi ragazzi abbiamo chiesto il rispetto di regole minimali. Talvolta arrivano già alterati e la situazione diventa così ancora più faticosa da gestire”, commenta. Una scelta, quella del parroco cittadino, che probabilmente non accontentata tutti, ma è necessaria per tutelare chi quel luogo lo frequenta a fin di bene. Per alcuni, tuttavia, chiudere un luogo di aggregazione è una sconfitta sociale, perché significa privare la comunità di un centro che è al tempo stesso luogo di incontro e confronto, oltre che un punto di riferimento per la cittadinanza. A chi ritiene sia una sconfitta, però, don Stefano manda un messaggio chiaro: “Venite in oratorio e aiutateci. A volte bisogna fermarsi un momentino per dire guardate che c’è un problema e dobbiamo affrontarlo“.





