Valanga di scioperi e un venerdì di disagi in vista, per i comaschi e non solo. Una settimana che rischia di concludersi in salita a causa dello sciopero generale indetto dalla Cgil. Dalla sanità alla scuola fino ai trasporti: molti i lavoratori che domani potrebbero incrociare le braccia. Insomma, dopo un mese di novembre segnato da una lunga lista di scioperi, dicembre non sembra proseguire nel migliore dei modi.
Sciopero generale di venerdì 12 dicembre
Lo sciopero di venerdì 12, in particolare, riguarderà l’intera giornata di lavoro e coinvolgerà tutti i settori pubblici e privati. Le ragioni della protesta riguardano la legge di bilancio, definita “ingiusta”. I pendolari che si spostano per lavoro potrebbero andare incontro a più di qualche disagio e lo stesso vale per i viaggiatori che vorrebbero concedersi un lungo fine settimana fuori porta. Non si escludono ritardi e cancellazioni, costringendo chi si muove con i mezzi pubblici a riorganizzare i propri spostamenti. In particolare, lo sciopero riguarderà il servizio ferroviario di Trenord dalla mezzanotte di giovedì alle 21 di venerdì. Previste le consuete fasce orarie di garanzia, cioè dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21.

Disagi in vista anche per chi si muove con i bus di Asf Autolinee. Gli autisti potrebbero scioperare dalle 8.30 alle 16.30 e dalle 19.30 al termine del servizio.

Atm, invece, non garantisce il servizio dalle 8.45 alle 15, mentre il servizio della funicolare di Brunate potrebbe non essere garantito dalle 19.30 fino al termine del servizio.

A rischio, come detto, anche i servizi legati alla sanità, alla scuola e alla pubblica amministrazione. Nel capoluogo lariano, inoltre, la Cgil ha organizzato in mattinata una manifestazione da Porta Torre a Piazza Verdi per protestare contro una legge di bilancio che – dichiarano dal sindacato – “non sostiene salari e pensioni, non investe nei servizi pubblici essenziali e non risponde alle emergenze sociali del Paese”. Insomma, con i molti settori coinvolti nello sciopero, Como e altre città rischiano di restare completamente paralizzate. Per la gioia (si fa per dire) di pendolari, famiglie, pazienti e non solo.
Raffica di scioperi, disagi senza fine
I numeri parlano chiaro: 11 giorni di sciopero, da domani a fine gennaio, a cui si aggiungono i 9 scioperi di novembre. Sono gli scioperi in programma già registrati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Ma va precisato che di questi – che riguardano l’intero Paese – c’è soltanto uno sciopero generale, che è quello di domani appunto. Molti di questi scioperi, di fatto, causeranno disagi più contenuti e saranno meno percepibili per la stragrande maggioranza dei cittadini. Tra questi scioperi già programmati, infatti, alcuni riguardano il settore privato, dal trasporto merci al trasporto pubblico locale, passando per quello ferroviario e fino al personale aereo.
Ma al di là dei numeri da sottolineare sono i disagi che gli scioperi causano a chi si muove per lavoro, quando d’un tratto – di prima mattina – ci si trova il treno cancellato e l’impossibilità di raggiungere agevolmente il posto di lavoro, magari con i biglietti già pagati. Oppure la sera, quando alla fine di una giornata di per sé già impegnativa ci si trova a piedi.
Lo stesso vale per i genitori e i loro bambini. Alcuni istituti comunicano con anticipo eventuali disagi o avvertono le famiglie che le lezioni sono confermate. In caso di mancata comunicazione, però, i genitori scopriranno soltanto domani mattina, a scuola, se i figli potranno rimanere o se le lezioni sono state sospese. Previsti anche possibili riduzioni del servizio mensa e post-scuola, ma anche orari rimodulati. Un disagio non di poco conto per i genitori, che spesso dopo aver lasciato i figli a scuola devono scappare a lavoro. Saranno costretti, invece, a smuovere all’ultimo baby sitter o nonni a cui affidare i bambini.
Spazio, infine, alla sanità. Le interruzioni negli ospedali e nelle strutture sanitarie, se dovessero esserci, dovrebbero riguardare esclusivamente i servizi non essenziali. Per questo, meglio presentarsi comunque alla visita o all’esame che magari si è prenotato con mesi di anticipo, perché la prestazione potrebbe in realtà essere disponibile e il trattamento si paga anche nel caso in cui non ci si presentasse.
In 25 mesi di governo, diceva a fine 2024 il ministro Salvini, registrati “1.342 scioperi proclamati e 949 effettuati, 38 al mese, più di uno sciopero al giorno”. E lo stesso Salvini ha lanciato l’ennesimo attacco nei confronti di chi aderirà allo sciopero dei trasporti in programma domani: “Ritengo irresponsabile bloccare il Paese”, ha dichairato il leader leghista, parlando di una “battaglia ideologica sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori”.





