Primo confronto tra sindacati e rappresentanti dell’associazione “La Nostra famiglia” oggi a Roma, al centro la modifica del contratto per il personale non medico. Tutto rinviato al 19 febbraio dopo la riunione del consiglio di amministrazione in seguito alle richieste presentate oggi da Cgil, Cisl e Uil, tra queste la revoca formale di quanto deciso. In quella data si attendono diversi documenti tra cui i bilanci degli ultimi 5 anni.
“Si passa da un contratto che è quello della sanità privata all’applicazione di quello per il personale dipendente da residenze sanitarie assistenziali e centri di riabilitazione con un peggioramento sia a livello economico che normativo” hanno precisato Giuseppe Callisto, Cgil Como Funzione Pubblica e Angelo Goffredi, Cisl dei Laghi Funzione Pubblica.
Una trentina di operatori soltanto sulle strutture di Como, 120 a Ponte Lambro. Complessivamente sono 12 le sedi lombarde dell’associazione (per un totale di oltre mille dipendenti) che si occupa della cura e della riabilitazione delle persone con disabilità, soprattutto in età evolutiva. Oggi il presidio fuori dal centro di riabilitazione complessa di via Del Doss che segue da vicino circa 450 tra bambini (la maggior parte entro i 5/6 anni) e ragazzi. Protesta, organizzata in modo tale da non incidere sui servizi all’utenza, che ha visto il supporto anche delle famiglie alle quali il personale hanno consegnato una lettera spiegando le proprie ragioni.
“Ciò che ha spinto l’Associazione a questa scelta è la volontà di non rinunciare, anche per il futuro, all’identità e alla Missione che le sono proprie – hanno spiegato nei giorni scorsi i vertici de “La Nostra Famiglia” in una nota – Ciò significa operare in un comparto della sanità oneroso dal punto di vista delle risorse impegnate ma non adeguatamente valorizzate sul piano dei trasferimenti pubblici che da tempo non vengono incrementati”. E poi si aggiune: “Fedele alla sua scelta e nonostante i risultati negativi dei bilanci di questi ultimi anni – non vi sono utili né è possibile averli – l’Associazione – si legge ancora nella nota – ha sempre garantito i livelli occupazionali, ha agito sulla riduzione dei costi dei servizi ottimizzando la gestione e non si è sottratta a nuovi investimenti”.