“Perché chiudere alle 18? Il coronavirus non si diffonde solo di sera!” a parlare sono i titolari dei bar costretti ad abbassare le saracinesche prima dell’orario di chiusura, come disposto dall’ordinanza di Regione Lombardia.
Una decisione che sta mettendo in grave difficoltà i pubblici esercizi, che vedono crollare così gli incassi mentre si avvicinano le scadenze di fine mese, tra bollette e stipendi da pagare.
A Como interviene il presidente di Confesercenti, Claudio Casartelli, che, dopo aver raccolto i malumori degli associati, ha confermato un dialogo in corso con la Regione, alla ricerca di una soluzione: “Stiamo lavorando, senza clamore, confrontandoci continuamente con assessori e consiglieri, per arrivare ad una modifica dell’obbligo di chiusura, che sta generando un danno economico notevole agli esercenti –rassicura Casartelli- Il provvedimento, infatti, è apparso fin da subito fuorviante rispetto lo scopo di contenimento del virus e troppo stringente per le attività commerciali, generando inoltre numerosi quesiti interpretativi per quei bar che forniscono anche il servizio di ristorazione. Confidiamo in un ripensamento del provvedimento affinché sia garantita la salute dei cittadini e parimenti l’esercizio dell’attività di impresa”.
Il tavolo di confronto dunque è
aperto in Regione, la speranza è ora in una modifica dell’ordinanza.