“Cittadini e commercianti hanno ragione a lamentarsi”. E’ questo in sintesi il pensiero di Confcommercio e Confesercenti Como riguardo alla normativa introdotta a inizio anno che prevede il pagamento – nell’ordine di pochi centesimi di euro – dei sacchetti biodegradabili per frutta, verdura, carne o pesce all’interno dei punti vendita, novità che riguarda anche le farmacie.
I sacchetti devono essere ora biodegradabili e compostabili e sostituiscono quelli in plastica. Non possono essere fornite gratuitamente e il prezzo di vendita deve essere specificato nello scontrino.
“I clienti hanno ragione a lamentarsi è un continuo complicarci la vita – ha detto oggi Giovanni Ciceri, presidente di Confcommercio Como – non è il costo a pesare ma i continui cambiamenti, molti poi non hanno ancora chiaro il meccanismo di pagamento. A poco a poco capiremo come si adegueranno sia la grande distribuzione che i piccoli commercianti”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Claudio Casartelli presidente di Confesercenti Como. “I nostri associati sono infastiditi significa un ulteriore adempimento e quindi ulteriore burocrazia per loro – dice – Di fatto il costo per il cliente è irrisorio, ma vedo che il provvedimento sta pesando a tutti. Con tutti i problemi che abbiamo in Italia invece di semplificare – chiude Casartelli – continuano a complicarci la vita”.
A una parte dei consumatori non va giù nemmeno il non poter utilizzare le buste portate da casa. E così tra il Codacons che ha definito il provvedimento “una tassa occulta” e Legambiente che sottolinea come non sia corretto parlare di “caro spesa”, i cittadini sui social network hanno iniziato a postare foto degli escamotage che stanno mettendo in atto per bypassare la normativa: c’è chi sta prezzando ed etichettando ogni singolo frutto e chi ad esempio si sta informando su eventuali alternative, semplici, ugualmente sostenibili e riutilizzabili, alle buste fornite a pagamento.