L’ordinanza anti-accattonaggio, firmata prima di Natale dal sindaco di Como, Mario Landriscina, e che tanto ha fatto discutere anche a livello nazionale, scadrà a fine mese. Il provvedimento valido 45 giorni è stato firmato con l’obiettivo di ripristinare “il decoro e la vivibilità urbana”, a rischio per il numero crescente dei mendicanti.
“Stiamo cercando di mettere mano ad un nuovo regolamento della polizia locale, che consenta di dare nuove linee guida e di regolamentare l’attività della polizia”, spiega il vicesindaco di Como, Alessandra Locatelli. “C’è una bozza che sta mettendo a punto il comandante della polizia e che poi dovrà passare in consiglio per gli aggiornamenti. Per quanto riguarda l’ordinanza, e in particolare il tema dei bivacchi, ci sono stati una serie di incontri tra l’amministrazione comunale e le associazioni che si occupano della grave marginalità, per confrontarci sul tema e studiare insieme altre soluzioni”. E sull’ordinanza anti-accattonaggio spiega: “È stata funzionale alla richiesta dei cittadini”.
Se a Como è la prima volta che viene firmata un’ordinanza che mette al bando l’accattonaggio, fuori confine, in particolare a Ginevra, un simile provvedimento esiste già dal 2008. In Svizzera le leggi e i regolamenti sull’accattonaggio variano a seconda dei cantoni e dei comuni. Nel canton Vaud molti comuni hanno introdotto norme che vietano l’accattonaggio, Losanna, invece, preferisce regolamentare piuttosto che vietare la pratica. La legge elvetica è più stringente sul tema: le norme, infatti, vietano l’accattonaggio organizzato e l’uso di bambini per chiedere elemosina. Multe, infine, sono possibili per chi mendica davanti a negozi e nei luoghi dove circola denaro contante, come ad esempio i bancomat.