Divieto assoluto di assistere alle partite di calcio per i prossimi tre o cinque anni per un totale di venticinque tifosi coinvolti negli scontri avvenuti in occasione del derby Como-Varese del 14 gennaio scorso. Nelle scorse ore, la divisione anticrimine della Questura di Como ha emesso i Daspo agli ultras. Gli agenti stanno completando l’attività di notifica dei provvedimenti agli ultras.
Dopo gli scontri, la polizia ha visionato decine di filmati della domenica di follia. Tra le persone coinvolte nei tafferugli sono stati identificati tra i responsabili dei disordini 25 tifosi, di età compresa tra i 18 e i 57 anni, residenti tra Como, città e provincia e Milano, oltre ad uno svizzero. Nei loro confronti sono stati emessi i Daspo.
I provvedimenti vietano l’accesso a tutti gli impianti sportivi italiani e dell’Unione Europea in occasione di ogni tipo di partita, dal campionato di serie A alle amichevoli. Il divieto scatta tre ore prima di una qualsiasi partita e termina tre ore dopo la conclusione dei match.
La durata del provvedimento è di 3 anni per i 12 tifosi che non avevano alcun precedente e sale a 5 per i 13 che erano già stati accusati in passato di altri reati, sia legati a violenze durante partite o altri eventi sportivi sia di altra natura, dallo spaccio di droga al danneggiamento fino a reati contro il patrimonio ma anche discriminazione razziale o addirittura adescamento di minore. In particolare, 8 tifosi avevano già ricevuto un Daspo, uno aveva nel suo curriculum ben sei provvedimenti di questo tipo. Tra gli ultras identificati dalla Questura di Como compaiono anche padre e figlio. Il genitore dovrà stare fuori dagli stadi per 5 anni, l’erede, il più giovane tra i 25 ultras coinvolti, per i prossimi tre anni.