“Emerse subito che non era un omicidio come un altro. Avvenne davanti a tutti, in pieno giorno, davanti ad altri clienti”. Primi testimoni oggi in Corte d’Assise a Como nella seconda udienza del processo per l’omicidio di Franco Mancuso, ucciso l’8 agosto del 2008 a Bulgorello di Cadorago, nel bar Arcobaleno. L’accusa è rappresentata dal magistrato della Direzione distrettuale antimafia Cecilia Vassena. Due gli imputati, Bartolomeo Iaconis, nato a Giffone, Reggio Calabria, 60 anni fa e Luciano Rullo, 51enne di Como. Per l’accusa sarebbero rispettivamente il mandante e l’esecutore materiale del delitto.
Gli inquirenti che hanno condotto le indagini sono stati i primi a testimoniare in Aula. Questa la ricostruzione del delitto. “Stavano giocando a carte quando da una porta carraia sul retro, che immetteva direttamente sul cortile interno, arrivò un uomo robusto, con un casco integrate in testa e occhiali da sole. Esplose tre o quattro colpi poi scappò, scivolando”.
La vittima, un autotrasportatore di 35 anni, residente con la famiglia a Caslino al Piano, era al tavolo con sei persone, decritti in udienza come “amici, alcuni incensurati, altri ben noti alle forze di polizia, calabresi, con trascorsi giudiziari di un certo livello, alcuni già condannati per mafia”.
Ricostruito anche il litigio tra la vittima e Iaconis che sarebbe il movente del delitto. “Era la fine di maggio del 2008 e avvenne in un bar gestito da Iaconis all’orario di chiusura – come ha ricordato un inquirente – Mancuso voleva da bere, Iaconis non voleva servirlo. Litigarono e lo buttò fuori dal locale. Mancuso si allontanò, prese una spranga e danneggiò l’auto di Iaconis”. Seguirono altri scontri. Mancuso, secondo gli inquirenti, si sentiva in pericolo. Nuova udienza tra due settimane.