Il Luna Park potrebbe tornare a Como nell’aprile di quest’anno. I giostrai hanno vinto il ricorso presentato lo scorso gennaio al Tar della Lombardia, che oggi si è espresso sospendendo la delibera del Comune, che prevedeva un’area ancora ridotta rispetto a quella tradizionalmente utilizzata. Il condizionale, però, è d’obbligo, perché non è escluso che l’amministrazione possa ricorrere a ulteriori provvedimenti. L’udienza per la trattazione di merito è stata fissata il prossimo 27 maggio, stessa data in cui è prevista quella del ricorso presentato dalle famiglie delle scuole di via Volta e via Perti, inserite nel piano di chiusure di Palazzo Cernezzi. “Ora il Comune dovrà ripresentare il bando per il Luna Park, previsto dal 5 al 27 aprile nell’area ex piazza d’Armi. – intervengono i giostrai – Dovranno essere messi a disposizione gli stessi spazi del passato. Noi saremmo pronti già domani, attendiamo solo il bando per presentare la domanda di partecipazione. Siamo soddisfatti della decisione del Tar, è da due anni che portiamo avanti questa battaglia”.
I giostrai lo scorso ottobre avevano già vinto la battaglia legale contro l’amministrazione, dopo che l’evento nel 2024 era saltato proprio a causa del ridimensionamento degli spazi. Il Tar aveva accolto il ricorso e Palazzo Cernezzi ha poi riproposto un nuovo documento, nel quale si prevedeva che 12.500 metri quadrati venissero destinati alle giostre, 6mila a parcheggio per i visitatori e gli altri alle carovane e ai rimorchi. “Il parcheggio interno non è una necessità – dicono i giostrai – Fuori dall’area i posteggi non mancano. Quella era solo una scusa per non fare il Luna Park o farlo in modo ridotto. Ora potremo dare lavoro a tutte quelle aziende che sono state presenti in quell’area per anni e ridare il sorriso ai bambini di Como”.
L’amministrazione comunale per il momento non ha voluto commentare la decisione del Tar. A stretto giro, invece, è arrivata una dichiarazione del Pd di Como. “La nuova sentenza ha sancito l’ennesima vittoria da parte dei giostrai e l’ennesima sconfitta di Rapinese. – sono intervenuti il segretario cittadino Daniele Valsecchi e la capogruppo in consiglio comunale Patrizia Lissi – Ci auguriamo possa servire di lezione: non è possibile portare avanti un’amministrazione della chiusura. Le città sono fatte di persone, di cittadini e di lavoratori, che vivono e rendono viva la città e che devono essere ascoltate e sostenute nelle esigenze quotidiane. In questo caso, invece, – concludono Valsecchi e Lissi – si sono persi tempo e soldi dei cittadini per portare avanti una causa evitabile”.