Sostanziale stabilità dell’economia comasca: tengono la domanda e la produzione, ma non mancano le criticità, a cui si aggiunge la minaccia dei dazi statunitensi, nuovi consumi e costi dell’energia in aumento. A risentirne, in particolare, sono le aziende impiegate nel settore tessile e manifatturiero. In un contesto globale incerto, però, “le imprese comasche dimostrano capacità di adattamento e visione, investendo su nuovi mercati e puntando su sostenibilità e digitalizzazione”. A dirlo Gianluca Brenna, presidente di Confindustria Como, che commenta così quanto emerso dall’Osservatorio congiunturale rapido relativo al mese di marzo 2025, realizzato dal centro studi di Confindustria Como e Confindustria Lecco e Sondrio.

Mercato del lavoro nel Comasco, i dati di Confindustria
La domanda sul mercato interno risulta caratterizzata da una sostanziale tenuta dei livelli. Una stabilità confermata praticamente dal 45% del campione. Stabili anche gli ordini esteri per circa la metà delle aziende comasche (47,9%), in aumento per il 21,7% del campione, mentre starebbero rallentando per il rimanente 30,4%. Per un’impresa su due è stabile anche l’attività produttiva, che appare in calo per il 18,4% delle realtà e in aumento per poco più del 30%.
A marzo, il tasso medio di utilizzo degli impianti di produzione si attesta al 71,2%, in crescita rispetto ai dati dello scorso settembre, quando era fermo a quota 67,6%. Le vendite in Italia sono considerate ferme sui livelli di febbraio per oltre due imprese su cinque (40,9%). Crescono, invece, per il 36,7% delle aziende lariane e diminuiscono per il restante 22,4%. Numeri simili anche sul fronte degli ordini esteri, che appaiono stabili per il 43,2% del campione, in aumento per il 34,1% mentre in diminuzione per il 22,7%. Spazio poi alle prospettive per il trimestre aprile-giugno: il 45,8% delle imprese comasche non ipotizza particolari punti di svolta rispetto a quanto riscontrato a marzo, mentre poco più del 27% delle aziende prevede un incremento o una contrazione.
Segnalato da più di una realtà comasca su tre (pari al 36%) un inasprimento dei prezzi delle materie prime. Un fattore, quest’ultimo, che insieme al caro energia, ha effetti distorsivi sulle imprese analizzate. Il 4% delle realtà, infatti, ha ridotto parte dell’attività e oltre un’impresa su due (il 54% per l’esattezza) ha visto una parziale contrazione dei margini di profitto. Il 14% ha ridimensionato o, in casi più gravi, posticipato alcuni investimenti e il 18% è stato costretto a riorganizzare parte del lavoro e dei processi produttivi. Le imprese comasche, inoltre, mostrano particolare attenzione all’applicazione delle misure protezionistiche e l’incertezza sul commercio mondiale determinata dalla “guerra dei dazi” potrebbe generare conseguenze sul tessuto manifatturiero locale.
Dati stabili, infine, anche sul fronte occupazionale.
Il commento del presidente di Confindustria Como
“I dati dell’ultima indagine congiunturale confermano, per il mese di marzo, un quadro di sostanziale stabilità dell’economia comasca. La tenuta della produzione e della domanda è un segnale positivo, ma non può farci trascurare le criticità“. Così commenta il presidente di Confindustria Como Gianluca Brenna.
“Il settore tessile – precisa – continua a registrare performance inferiori alla media trovandosi ad affrontare sfide significative dovute a nuove abitudini di consumo, in particolare da parte della Cina, e all’aumento dei costi energetici, segno che la transizione in atto richiede strategie di filiera più condivise e investimenti strutturali su innovazione e sostenibilità”.
I dazi minacciano le aziende comasche
Inoltre, ha sottolineato ancora il presidente di Confindustria Como: “Il contesto globale rimane incerto. La prospettiva di nuovi dazi statunitensi rischia di compromettere le nostre esportazioni e incidere sulla redditività delle imprese, già in calo nel 2024, come evidenziato dal recente rapporto di Banca d’Italia. La flessione del margine operativo lordo e l’aumento dell’esposizione bancaria verso settori sensibili ai dazi – come la manifattura e la meccanica – richiedono misure coordinate per difendere la competitività internazionale del nostro sistema produttivo”.
“In questo scenario – conclude il presidente Brenna – le imprese comasche stanno dimostrando capacità di adattamento e visione, esplorando nuovi mercati e accelerando su sostenibilità e digitalizzazione. Ma servono politiche industriali nazionali ed europee più coraggiose, in grado di sostenere chi investe, innova e crea lavoro in un contesto in rapido cambiamento”.