Museo storico e museo archeologico di Como, sale chiuse almeno per un altro anno. Si punta a una riapertura parziale nella seconda metà del 2026 quantomeno per riconsegnare alla città e ai turisti la sezione romana. A fare il punto sui lavori in corso dal 2023 è l’assessore alla Cultura del Comune di Como, Enrico Colombo. “Dopo aver ultimato una serie di interventi all’interno di Palazzo Olginati adesso per tutta l’estate si lavorerà al rifacimento dell’impianto di riscaldamento di tutto il compendio” ha spiegato. Il riferimento è agli immobili che affacciano su via Balestra e a Palazzo Giovio ad eccezione del passaggio tra i due edifici che è già stato eseguito. “Ci sarà poi la parte di consolidamento statico e la messa a norma dell’antincendio” aggiunge Colombo che alla domanda: “Quando si potrà tornare a visitare la sede museale?” risponde: “Si punta a riaprire il piano terra dei due palazzi per la seconda metà del 2026 almeno per restituire la ‘Como Romana’ alle scuole oltre che a tutti i visitatori”.
Mentre si svolgono i lavori interni i reperti vengono spostati da una sala all’altra e questo avviene sotto lo sguardo attento del personale dei musei tra cui il conservatore che si occupa anche della sicurezza e della conservazione delle opere.
Il Comune di Como per quest’operazione di riqualificazione dei musei civici puntava ai fondi Cariplo che però – è noto – sono stati destinati ad altro (ne parlavamo qui) e quindi ora sta procedendo con le risorse interne. I primi 5 milioni erano stati stanziati subito e il conto è già salito a quasi 7. Parallelamente il maxi intervento prevede il recupero degli spazi verdi di via Balestra (compresa l’area dell’ex bocciofila).
Il Tesoro di Como nell’ex chiesa delle Orfanelle
Parlando dei musei civici è d’obbligo poi un aggiornamento sull’allestimento della mostra delle monete d’oro nell’ex chiesa delle Orfanelle che ha subito più di un rinvio. Gli ulteriori ritardi sono dovuti alle prescrizioni di sicurezza a tutela del tesoro che sarà esposto (qui il percorso espositivo). Ancora non c’è una data certa per il taglio del nastro della mostra. “Entro settembre vogliamo ultimare l’allestimento, alcuni pannelli sono stati già installati, e chiudere la partita degli adeguamenti sulla sicurezza – ha chiarito ancora Colombo – poi ci sarà il test dell’impianto, la consegna dei reperti (va ricordato che si tratta di un bene dello Stato). La nostra dead line è la fine di quest’anno”. La speranza è che la previsione possa, a questo punto, essere rispettata. Le mille monete d’oro erano state trovate a settembre del 2018 in via Diaz, pieno centro storico, nel cantiere dell’ex cineteatro Cressoni. Poche settimane dopo si iniziò a parlare dell’esposizione. Sono quindi passati ormai 7 anni.