C’è chi la prende con ironia e chi è arrabbiato per davvero. Nessuno favorevole, al massimo rassegnato verso un calcio che diventa sempre più oggetto di business.
Il tema calcistico del giorno sui social è la molto probabile disputa della partita Milan-Como del prossimo 8 febbraio a Perth, in Australia. Proposta fatta per l’indisponibilità di San Siro, in quei giorni allestito per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina.
Gli appassionati di calcio in questa occasione non sono sicuramente divisi: in vari modi hanno manifestato la loro contrarietà in maniera compatta.
C’è appunto chi ironizza e dice: “Già che c’erano potevano andare su Marte” o chi scrive: “Comodo, da casello a casello 25 minuti”. Un altro afferma: “Potevano andare al Polo Sud con i pinguini” oppure “Perché non in Nuova Zelanda”.
I tifosi del Como non hanno nascosto la loro delusione: nella scorsa stagione alla sfida di San Siro contro i rossoneri i sostenitori lariani erano 5mila. Una trasferta da record che ben volentieri avrebbero ripetuto.
Ora saranno costretti a seguire il match in tv anche se non manca qualche comasco Doc che si sta già organizzando, abbinando magari alla sfida una vacanza in Australia.
Qualcuno più realista – sempre sui social- si chiede perché non sia stato scelto qualche importante stadio italiano con club locale in decadenza, ad esempio Messina o quantomeno un impianto europeo. Oppure la soluzione più banale, l’inversione di campo, quindi con la gara dell’8 febbraio direttamente allo stadio Sinigaglia e quella dell’8 dicembre a San Siro.
Non mancano poi le valutazioni – sono domande che si fanno un po’ tutti – rispetto all’impatto di un match così lontano per entrambe le formazioni. Il volo è di 15-20 ore; all’arrivo in Australia e al rientro in Italia chi parteciperà alla spedizione dovrà adeguarsi velocemente al fuso orario locale (sette ore di differenza in quel periodo).
Non soltanto: a febbraio a Perth è estate e quindi da un inverno presumibilmente freddo in Lombardia i giocatori si ritroveranno all’improvviso a dover giocare con 30 gradi.
Una trasferta che andrà quindi studiata sotto ogni profilo e che darà filo da torcere oltre che allo staff tecnico, anche a quello medico e a chi segue la preprazione atletica.
Sempre che il tutto venga confermato. Il nulla osta della Figc è un primo passa, ma mancano i permessi di Fifa, Uefa, Confederazione asiatica e Federazione australiana. Per ora si rimane a livello di ipotesi, seppure concreta, ma nulla è definito.