(ANSA) – MILANO, 19 LUG – L’obiettivo è quello di chiudere la partita entro il 31 luglio, ma ora gli ennesimi sviluppi delle inchieste sull’urbanistica possono mettere a rischio la vendita in tempi brevi dello stadio di San Siro e delle aree circostanti a Inter e Milan. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala aveva già fissato la road map: delibera sulla vendita in giunta lunedì, poi subito la convocazione di due sedute di commissione e l’approdo del documento in Consiglio comunale per il voto dell’aula. Ma ora tutto rischia di slittare con la richiesta di arresti domiciliari dalla Procura per l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, che ha seguito da vicino anche la trattativa sullo stadio, e con lo stesso Sala indagato. Sull’operazione è corsa contro il tempo perché il 10 novembre scatta il vincolo dei 70 anni sul secondo anello e lo stadio poi sarà tutelato e non potrà essere abbattuto. Il primo cittadino riferirà lunedì in Consiglio comunale. Oggi dopo tre giorni di confronti con i partiti che lo sostengono e con l’assessore, si è preso una giornata di riflessione per capire come e se proseguire. Mentre ormai ci sono pochi dubbi sulle dimissioni di Tancredi. Chi si è confrontato con lui spiega che sulla vendita dello stadio il sindaco non vorrebbe arretrare, pur tra i mille dubbi sul fatto di proseguire o meno sulla poltrona da primo cittadino. Non sono della stessa idea i partiti della maggioranza che lo sostengono, primi fra tutti i Verdi che sono da sempre contrari all’operazione, in particolare l’ex capogruppo Carlo Monguzzi che solo ieri è tornato a ribadire che ora "il primo atto urgente è fermare la vendita di San Siro". Anche il Pd è per rallentare l’operazione perché i rischi sono troppi visto il faro che la Procura ha acceso sulle tematiche urbanistiche, che ha lambito anche l’operazione San Siro. (ANSA).