Dopo mesi di braccio di ferro, il Comune di Como si è ripreso il Carducci. Letteralmente.
Questo pomeriggio attorno alle ore 16:30 una squadra di funzionari e dirigenti comunali, è arrivata nella sede dell’associazione culturale per scardinare le serrature che tenevano chiuso lo stabile di via Cavallotti n.5. Con loro anche i fabbri del Comune incaricati di aprire e sostituire i chiavistelli e le pattuglie della polizia locale. I funzionari sono entrati nello stabile per controllarne lo stato, limitandosi solo a scattare qualche foto. Alcune delle porte interne erano chiuse e non sono state forzate.
Il Comune ha così ripreso possesso dell’edificio e contatterà gli ex occupanti per invitarli quanto prima a liberare lo stabile dai beni di loro appartenenza. Proprio ieri era arrivata la decisione del Tribunale che dava ragione al Comune in merito alla contesa sugli spazi del Carducci. “Un ko definitivo” aveva detto il sindaco Rapinese “Chi lo occupava, lo occupava senza averne titolo. Finalmente la faccenda è finita. Mi auguro che escano da quel palazzo in fretta, altrimenti dovrò arrivare con la polizia”. Detto, fatto. In 24 ore il Comune di Como ha ripreso possesso dell’associazione.
In merito alla vicenda si è espresso anche il consigliere di Forza Italia Sergio Gaddi, manifestando solidarità al Carducci e attaccando il sindaco Rapinese, soprattutto per le frasi da lui utilizzate. “Prendano i loro quattro stracci e se ne vadano”. Parole che non sono piaciute al consigliere Gaddi: “Stile tipico di chi le spara sempre più grosse per nascondere il nulla assoluto sul piano dei risultati”, ha detto, senza mezzi termini, il consigliere Sergio Gaddi.
Un invito più conciliante è arrivato da parte del Pd con l’esortazione ad abbandonare l’ottica del “noi o loro” e con l’auspicio che le parti possano costruire una soluzione che soddisfi soprattutto i comaschi e la Cultura.
In serata è intervenuto sul tema anche Fratelli d’Italia. “Al netto delle vicende giudiziarie in corso – hanno detto i coordinatori cittadino e provinciale, Alessandro Nardone e Stefano Molinari – esprimiamo la nostra ferma condanna per l’ennesimo atto che conferma un metodo amministrativo inaccettabile da parte del sindaco Rapinese e della sua Giunta: quello che ha portato allo sgombero del Carducci”