(ANSA) – ROMA, 28 LUG – Si è aperta stamani nel Monte Libano la camera ardente in onore del musicista e compositore libanese Ziad Rahbani, scomparso sabato scorso a causa di una crisi cardiaca all’età di 69 anni. Figlio dell’icona della canzone araba Fairouz, Ziad Rahbani è stato una figura rivoluzionaria nel mondo della musica e del teatro libanese, precursore del jazz orientale. L’annuncio della sua morte, avvenuta sabato scorso, ha suscitato forte emozione in Libano e in tutto il mondo arabo. A ricevere le condoglianze nella sua località natale di Bikfaya, a nord-est di Beirut, è giunta poco fa la madre, Fairouz, celebrata come una delle cantanti più importanti di tutto il mondo arabo, al pari dell’egiziana Umm Kalthum. Musicista, compositore e regista, noto per le sue posizioni ostili nei confronti di Israele, Ziad Rahbani ha lasciato un’impronta indelebile su intere generazioni di libanesi con le sue canzoni e soprattutto con le sue opere teatrali, di cui giovani e meno giovani conoscono a memoria le battute. Visionario, nelle sue opere ha affrontato temi come la guerra civile libanese, prima ancora del suo scoppio nel 1975, il clientelismo e le ricorrenti crisi economiche. Il padre di Ziad Rahbani era il compositore Assi Rahbani, che, col fratello Mansour, ha modernizzato la canzone araba, mescolando brani classici occidentali, russi e latino-americani con ritmi orientali. Se Fairouz era adorata dagli anziani, è diventata un’icona anche per i giovani quando Ziad ha composto per lei canzoni influenzate da ritmi jazz, da lui stesso definiti "jazz orientale". Mentre Fairouz ha saputo trascendere le profonde divisioni comunitarie del paese, Ziad ha scelto di essere risolutamente impegnato a sinistra e laico, denunciando il confessionalismo politico e schierandosi apertamente a favore della resistenza contro Israele. Il presidente libanese Joseph Aoun ha affermato che Ziad Rahbani era "una coscienza viva, una voce che si era ribellata contro l’ingiustizia, e uno specchio sincero degli oppressi e degli emarginati". Anche il primo ministro Nawaf Salam ha dichiarato: "Il Libano perde un artista eccezionale e creativo, una voce libera che è rimasta fedele ai valori di giustizia e dignità" e che diceva "ciò che molti non osavano dire". (ANSA).