(ANSA) – TORINO, 28 LUG – Il Politecnico di Torino e la Fondazione Links hanno pubblicato su Nature Communications uno studio per il monitoraggio della temperatura nei trattamenti di ipertermia a microonde per aumentare la risposta dei tessuti malati agli agenti chemioterapici e alle radiazioni ionizzanti. È dimostrato infatti che radioterapia e chemioterapia usate insieme a questa tipologia di trattamento – che consiste nel surriscaldare le cellule tumorali tra 42 e 44 gradi con campi elettromagnetici – possono avere efficacia maggiore a parità di dose o la stessa a dosi inferiori. La diffusione dell’ipertermia a microonde in campo oncologico è tuttavia ostacolata dalla mancanza di un metodo efficace per il controllo della temperatura. Nella pratica clinica attuale il monitoraggio è inoltre ottenuto in modo invasivo. Altre soluzioni sono in fase di ricerca e spesso implicano l’uso di apparecchiature costose e complesse, come uno scanner Mri (risonanza magnetica, ndr). Lo studio del Politecnico di Torino e della Fondazione Links, "Real-time 3D temperature reconstruction in microwave cancer hyperthermia from scarce temperature measurements", introduce un nuovo metodo, con bassi costi, in grado di fornire in modo accurato, affidabile e minimamente invasivo la temperatura in tutti i punti della regione del corpo trattata. Prevede la generazione, prima del trattamento, di un insieme di simulazioni termiche personalizzate per il paziente. Tale sistema viene tarato attraverso l’uso di algoritmi su un numero limitato di misure di temperatura acquisite durante il trattamento, ottenute anche solo in modalità intraluminale (non invasiva), che permettono di ottenere una stima affidabile della temperatura in tutti i punti della regione d’interesse. L’approccio è stato validato sia tramite modelli numerici realistici ("digital twin"), sia attraverso un dimostratore sperimentale che simula un trattamento di ipertermia nella regione testa-collo, fornendo la base per futuri studi clinici. Alla ricerca, guidata da Giuseppe Vecchi, docente del dipartimento di Elettronica e telecomunicazioni-Det del Politecnico, hanno partecipato Rossella Gaffoglio, Giorgio Giordanengo, Marco Righero, Marcello Zucchi e Giuseppe Musacchio Adorisio, ricercatori della Fondazione Links, e Aurora Bellone, Maryam Firuzalizadeh, Alberto Vallan e Guido Perrone, rispettivamente studentesse di dottorato e docenti del Det. (ANSA).