C’è chi si spalma la crema solare, chi legge, chi si disseta e chi si rinfresca al sole o in acqua. In un weekend con temperature che sfiorano i 40 gradi e la città piena di visitatori, i soliti punti -Tempio Voltiano, passeggiate di Villa Olmo e viale Geno – si trasformano in “spiagge” e lidi “fai da te”. L’altra faccia del turismo agostano sul Lago di Como tra tintarelle e bagni. Lo specchio d’acqua ai piedi del museo dedicato ad Alessandro Volta era preso d’assalto. Famiglie con bambini (qualcuno munito anche di maschera) e poi ragazzi e adulti tra nuotate, tuffi e giochi a un passo dai cartelli che ben spiegano che in quel punto c’è il divieto di balneazione perché pericoloso per la salute e rischioso per le insidie che il lago anche a pochi metri dalla riva può celare. Lo spazio per il relax si è ulteriormente esteso. Non più soltanto il prato ma anche i muretti e le scale davanti al Monumento ai Caduti.
Spostandosi di pochi metri verso il centro città si incontrano persone con valigie e trolley ovunque, cestini dei rifiuti spesso pieni, code alla biglietteria della navigazione e alla funicolare, parcheggi affollati. E se molti scelgono di pranzare nei locali e nei ristoranti, altri optano per il cibo da asporto da mangiare vista lago, in piazza Cavour ad esempio, seduti su una panchina o davanti alle vetrine dei negozi, come spesso accade. Insomma, molti comaschi sono in ferie e la città resta piena di turisti ma il senso civico spesso lascia a desiderare.
è un Paese allo sbando, grazie a chi ci governa
é un paese allo sbando, grazie a Chi ci hà governato e ci governa