Milan-Como in Australia. Dopo le parole del club, che ha parlato di “sacrificio necessario per il bene comune del calcio italiano” (QUI l’articolo) si registra un duro comunicato della curva Como 1907, che risponde seccamente alle parole del club lariano, dissociandosi nettamente.
“Ringraziamo la società per quello che sta facendo, ma non deve spiegare a noi cosa significa sacrificio per il bene comune – dicono i tifosi – Non ci sembra rispettoso sentirci dire che dovremmo sacrificarci per una partita a 14mila chilometri di distanza. Forse qualcuno si è dimenticato che il calcio nasce dalla gente, non dalle strategie di marketing. Il bene del Como lo teniamo in piedi noi, ogni volta che entriamo in curva, che alziamo una sciarpa, che cantiamo anche quando perdiamo”.
La conclusione è altrettanto perentoria: “Non accettiamo lezioni di sacrificio da chi non ha vissuto il nostro. Dimostrate orgoglio, rispetto e dignità. Esortiamo chiunque a non essere complice di questa pagliacciata”.







Premetto non sono tifoso ma non capisco perché uno non può fare come crede nel pieno della libertà di scelta individuale che subito qualcuno pensa di imporre la propria idea come se fosse l’unica giusta da seguire, eppure credo che siamo in un paese libero e siamo persone libere almeno per quel che riguarda le proprie scelte, soprattutto se non danneggiano gli altri
il Milan ha un indebitamento lordo di
324,1 milioni di euro
e seri problemi in Curva.
Le grandi squadre davanti al Como sono in bancarotta e seri problemi in Curva.
Il calcio italiano ha una situazione finanziaria da incubo, quasi irreversibile;
se domenica fischieranno un rigore contro o un’espulsione che non c’è,
offriamoli come gesto di carità.