La partita delle polemiche tra Milan e Como in Australia e la netta presa di posizione della Curva lariana porta la politica ad interrogarsi. Lo fa Fratelli d’Italia con il coordinatore cittadino Alessandro Nardone che, attraverso il calcio, stuzzica ancora una volta l’amministrazione cittadina.
I tifosi “per la prima volta da anni hanno preso una posizione netta contro la società per qualcosa di molto profondo: il rispetto per la propria identità” scrive Nardone riferendosi alla comunicazione ufficiale diffusa nelle scorse ore dai supporters in riferimento alla gara di campionato che, data l’indisponibilità di San Siro causa Olimpiadi invernali, a febbraio dovrebbe svolgersi dall’altra parte del mondo. “A dire no – aggiunge il coordinatore cittadino del partito – sono gli stessi che durante l’alluvione di poche settimane fa scelsero di non entrare allo stadio per andare a spalare fango appendendo uno striscione eloquente ‘Prima Como poi il Como’ ”. “E quel principio, che nasce dal basso, dovrebbe essere un monito anche per chi governa la città”. Qui arriva la stoccata al Comune: “Mentre la società esporta il marchio a Perth – aggiunge l’esponente di Fratelli d’Italia – il sindaco vuole abbattere la scuola Corridoni per far posto a un parcheggio” segue una frecciata alla società e allo studio che ha presentato il progetto del nuovo Sinigaglia. “Difficile pensare che non si riesca a trovare un’alternativa”.
Quindi Nardone passa direttamente al sindaco. “In tutto questo – dice – Rapinese non perde occasione per schierarsi dalla parte sbagliata. Da interista convinto, si atteggia a primo tifoso del Como, ma il suo entusiasmo per ogni decisione della società non ha nulla a che vedere con l’amore per la squadra, né tantomeno per la città. È l’atteggiamento – scrive ancora – di chi confonde la rappresentanza con l’accondiscendenza per tornaconto elettorale, dimenticando che un sindaco non deve accettare supinamente le decisioni altrui, ma chiedere e ottenere qualcosa in cambio per la città, perché questo è il principio che rivendichiamo ogni volta che parliamo del nuovo Sinigaglia: non un’opera calata dall’alto, ma – conclude Nardone – un progetto che porti un beneficio concreto a Como oltre che al Como”.

