Risse in piazza, uso di coltelli, danneggiamenti. Accusato di far parte della baby gang che ha portato tristemente alla ribalta Cantù, un ragazzino residente nella Città del Mobile, oggi 20enne, ha collezionato una serie di accuse, dal porto abusivo di arma fino al tentato omicidio.
Aveva ottenuto gli arresti domiciliari, con la possibilità di uscire per frequentare la scuola serale al Caio Plinio a Como. I carabinieri hanno accertato che, anziché partecipare alle lezioni, approfittava del permesso solo per uscire e stare fuori casa. I militari dell’Arma hanno documentato le ripetute violazioni e la segnalazione dei militari dell’Arma ha portato alla revoca dei domiciliari e al trasferimento del 20enne nel carcere del Bassone. Stessa situazione che si era già verificata solo due mesi fa con un altro dei componenti della baby gang, 19enne, che aveva ottenuto i domiciliari con il braccialetto elettronico ma è poi stato nuovamente trasferito in cella per le ripetute violazioni delle prescrizioni.
L’ultimo provvedimento è stato eseguito ieri dai carabinieri di Cantù. Al 20enne, tra gli episodi più gravi era stata contestata, nel febbraio dello scorso anno, la folle notte di violenza tra piazza Garibaldi e via Matteotti a Cantù durante la quale erano stati devastati quattro esercizi pubblici. Proprio con il 19enne tornato in carcere a settembre, il 20enne aveva sfasciato vetrine e saccheggiato negozi, per poi aggredire i carabinieri intervenuti. La decisione dei giudici, alla luce proprio anche della giovane età, era stata dopo un primo periodo di alleggerire la misura cautelare e soprattutto consentire la frequenza della scuola. Tutto vanificato dalle ripetute violazioni documentate dai carabinieri, fino alla decisione dell’ufficio di sorveglianza di revocare i domiciliari.
Cantù è costantemente presidiata dalle forze dell’ordine, con ripetuti controlli straordinari e la presenza ora anche dei militari dell’Esercito di Strade Sicure, in servizio ogni fine settimana. Nelle scorse ore, i carabinieri presenti sul territorio hanno arrestato, su ordine del tribunale di Como, anche un 61enne al quale sono stati revocati i domiciliari. Aveva il divieto comunicazione con la moglie per precedenti violenze ma ha ripetutamente tentato di avvicinare e contattare la donna.





