“Non posso fare a meno di chiedermi se non sia ipocrisia negare che a Milano il fenomeno dei cosiddetti maranza stia diventando una vera emergenza sociale”. A scriverlo, in una lettera al Corriere della Sera, è la mamma di uno dei quattro 15enni aggrediti domenica sera alle 19.30 nel centro del capoluogo lombardo, nella zona di corso Buenos Aires. Uno è stato rapinato di giubbotto, scarpe e telefono e trascinato fino a uno sportello per prelevare.
Solo l’ultimo episodio in ordine di tempo di una serie di violenze e aggressioni che coinvolge giovani e giovanissimi e ha ormai valicato i confini di Milano per raggiungere anche la provincia, a partire da Como.
Dal drammatico racconto del figlio, la donna riporta alcune immagini. “Uno dei quattro aggressori, il più piccolo, che dice agli altri di smetterla e una volta in questura scoppia in un pianto disperato” e anche “una ragazza poco più grande di mio figlio completamente fuori di sé, strafatta”.
“C’è un tema scottante che non posso ignorare, erano tutti stranieri tranne la ragazza – scrive la mamma – E’ un’evidenza che cerco di maneggiare con cautela, da donna che rifiuta la discriminazione e crede nell’accoglienza e nell’integrazione. Ma non posso ignorare questo tema”. Così come, evidenzia ancora la mamma, “sento il bisogno di denunciare come nessuno, ma proprio nessuno abbia aiutato i nostri ragazzi durante l’ora da incubo vissuta, alle 8 di sera, nel pieno centro di una città affollata di persone intente a fare acquisti natalizi”.
“L’amarezza e l’indignazione – conclude – sono mitigate solo da un pensiero: il coraggio, l’unità, la lucidità e la forza dimostrati dai nostri figli. Auguro a questa generazione l’arduo compito di riuscire a salvare un’umanità sempre più piccola e meschina che sembra ormai naufragare”.





