Mentre le organizzazioni sindacali hanno annunciato un ricorso alla Corte Costituzionale contro la tassa sulla salute per i vecchi frontalieri, l’assessore regionale agli Enti locali e ai rapporti con la Svizzera Massimo Sertori ha assicurato che il contributo non sarà retroattivo.
In un’intervista al Corriere del Ticino, l’esponente della giunta lombarda ha confermato che la Regione applicherà la quota minima del 3% ma ha anche assicurato che, contrariamente a quanto emerso con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, non sarà applicata per il 2024. Parole che, al momento almeno, non trovano comunque conferma in alcun atto ufficiale perché ad oggi la Regione non ha approvato alcun documento per l’applicazione della tassa prevista per i vecchi frontalieri.
“Ne stiamo ormai parlando da tempo e penso che finalizzeremo il tutto a gennaio, considerando anche i giorni di festa e i preparativi in corso per le Olimpiadi di Milano-Cortina”, ha dichiarato Sertori al Corriere del Ticino. “Come abbiamo già assicurato ai sindacati nel corso degli incontri che abbiamo avuto nei mesi scorsi, il prelievo partirà solo da quanto il provvedimento sarà attuato, e quindi nel 2026 in base al reddito del 2025 – ha detto ancora Sertori – Abbiamo stimato in media una cifra tra i 120 e i 150 euro al mese per usufruire di un servizio di cui i vecchi frontalieri già oggi beneficiano a titolo gratuito. Non solo. Queste risorse serviranno per migliorare gli stipendi dei medici e degli infermieri che lavorano negli ospedali di confine, in modo da cercare di trattenerli sul territorio ed evitare l’emorragia verso la Svizzera”.
Di tutt’altro avviso i rappresentanti dei frontalieri che, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, hanno annunciato di essere pronti al ricorso. “Malgrado due anni di forte opposizione delle organizzazioni – hanno ribadito in un comunicato congiunto i sindacati italiani e svizzeri – per gli evidenti profili di incoerenza con leggi e trattati che hanno portato alla definizione del nuovo sistema fiscale solo nel 2023, malgrado l’indisponibilità presso le Regioni degli imponibili salariali dei lavoratori frontalieri su cui applicare l’imposta, malgrado l’indeterminatezza dei numeri del personale sanitario delle aree di confine sulle cui retribuzioni riversare il gettito prelevato, malgrado tutte queste controindicazioni le Regioni Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e la Provincia Autonoma di Bolzano potranno ora procedere con l’adozione della tassa”. “Preso atto dell’indisponibilità al ritiro del provvedimento – hanno precisato – procederemo al ricorso alla Corte Costituzionale”.





