Paratie del lungolago di Como, in piazza Cavour si lavora alla posa delle barriere antiesondazione. A marzo scorso l’apertura di una porzione della passeggiata davanti alla piazza cittadina, gli interventi intanto proseguono: è stata completata la scalinata che scende verso il lago mentre nei giorni scorsi è iniziata la posa dei contenitori dove saranno collocate le barriere che, in caso di esondazione del lago, verranno alzate.
Le barriere antiesondazione saranno posizionate allo stesso modo di quelle collocate nella sezione di lungolago completata, ossia nel tratto di passeggiata verso piazza Matteotti. Le barriere saranno posizionate al livello della passeggiata e chiuse da coperture metalliche. A febbraio dell’anno scorso i tecnici erano intervenuti per una simulazione del funzionamento delle barriere. Le paratie, come detto, sono interrate, a scomparsa e quindi non visibili. In caso di emergenza vengono estratte e montate. “L’operazione avviene manualmente ma è veloce”, avevano spiegato i tecnici durante la simulazione.
Dopo aver estratto le barriere vengono sollevati i tre pannelli di protezione e saldati tra di loro in maniera da creare un unico muro a difesa della città. Come da progetto le paratie saranno montate lungo tutto il perimetro del lungolago. Successivamente sarà necessaria una convenzione con la Protezione Civile che interverrà manualmente in caso di emergenza. Infine – una volta terminata l’opera – dovranno essere effettuati dei collaudi annuali.
Ancora tutto fermo sulla questione che riguarda i nuovi parapetti. “Si attende ancora il vaglio della Soprintendenza per il progetto”, fanno sapere da Regione Lombardia. Le barriere definitive del lungolago, non richiameranno i parapetti storici e saranno posizionate una volta che il cantiere sarà concluso, quindi tra la fine di giugno e l’inizio di luglio.
e’ veramente ridicolo che per una città così importante si siano scelte paratie manuali quando in tutto il mondo le aree veramente importanti sono difese da paratie automatiche a scomparsa :zero personale che monta e smonta e costi relativi azzerati, zero magazzino di stoccaggio, zero possibilità che all’ultimo momento venga a mancare un componente….
Le scelte comasche hanno seguito logiche assolutamente divergenti rispetto al bene comune comasco e i processi che ci sono stati , indipendentemente dalla modalità molto italiana della loro conclusione, ne sono stati un segnale molto evidente.