I frontalieri italiani in Svizzera sono in calo. La doppia imposizione rende meno attrattivo il Ticino, che resta comunque – in molti casi e per molte professioni – assolutamente vantaggioso, in termini economici, per gli italiani.
Il vantaggio, però, è reciproco. Perché se è vero che la Svizzera permette a migliaia di comaschi di avere uno stipendio – e, di conseguenza, uno stile di vita – che in Italia, a parità di lavoro, si sognerebbero, è altrettanto vero che buona parte del Ticino senza i lavoratori italiani collasserebbe.
Esistono Comuni della Svizzera italiana dove i frontalieri rappresentano più del 50% della forza lavoro. In altre parole, sono cittadine e paesi in cui almeno un dipendente su due è frontaliere, e che quindi senza i lavoratori italiani di fatto non potrebbero sopravvivere.
I numeri si trovano nel fornitissimo sito dell’Ufficio Federale di Statistica elvetico, una miniera di dati utili per fotografare questa realtà.
Partendo dai numeri più recenti – aggiornati all’agosto 2025 – si scopre che dal 2024 i frontalieri italiani sono in calo (linea verde), mentre quelli francesi (linea viola) sono in costante e forte crescita dal 2021.

In Ticino, nel secondo trimestre 2025, si contano 78.855 frontalieri: in lieve aumento rispetto al trimestre precedente (0,4%) ma in netto calo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (-1,2%).
Un trend in discesa che viene confermato anche dalla nazionalità dei frontalieri in Svizzera: gli italiani, che logicamente lavorano perlopiù in Ticino, sono calati dell’1,2% in un anno.

Ma è interessante – come anticipato – consultare anche la cartina della concentrazione dei frontalieri in Svizzera. Non aggiornatissima, va detto. Risale a tre anni fa, ma è sufficiente per misurare il peso reale dei frontalieri sulla forza lavoro ticinese. Le porzioni colorate di rosso sono quelle dove la manodopera dal confine supera il 50%.
A Chiasso i frontalieri rappresentano il 51% della forza lavoro. A Mendrisio e Balerna le percentuali sono simili. A Novazzano si arriva al 65% mentre a Stabio, comune che confina con la provincia di Varese la Bassa Comasca, i frontalieri sono il 73% della forza lavoro.