Una curiosità tutta comasca. E’ la storia iniziata nel 1925 – esattamente cento anni fa – di una scatola magica che in un tempo lontano e per ben diciotto anni si confezionò a Como. Vi lavorarono in tanti e ancora oggi, a distanza di oltre mezzo secolo c’è chi ne subisce l’incantesimo e insegue i non molti esemplari rimasti in circolazione.
Quella scatola è una radio, la Unda Radio, inventata da Massimiliano Glauber, un imprenditore di Dobbiaco (Bolzano) che, a un certo punto della sua vita e in circostanze drammatiche, emigrò sul Lario e trasferì la sua azienda in città, in via Mentana 20, all’angolo con via Rezia, dove oggi ha sede l’Istituto Pascoli, dando lavoro a quasi 300 persone.
La Unda fu una delle prime fabbriche in Italia per la costruzione di apparecchi radio e loro componenti. Tra i suoi primati c’è anche la supereterodina a comando unico: in pratica, l’invenzione di una sola manopola per sintonizzarsi sulle stazioni desiderate rispetto alla molteplicità di comandi preesistenti.
Massimiliano Glauber era nato a Innsbruck, in Austria, ed era di origini ebraiche. Studiò filosofia e fisica all’Università di Monaco.
Diede vita alla Unda, “Società per la Fabbricazione di Apparecchi di Meccanica Fine”, nel 1925, quando aveva appena 23 anni. In seguito all’annessione dell’Austria alla Germania quasi tutti gli altoatesini dipendenti dell’azienda scelsero di trasferirsi nel Reich, dove erano stati loro promessi lavoro e proprietà. Glauber, invece, dovette lasciare i suoi immobili e trasferirsi altrove a causa dell’entrata in vigore delle leggi razziali. La scelta cadde su Como, città di confine con la Svizzera. E qui ebbe inizio la nuova avventura, poi terminata nel 1957. I modelli della Unda, come detto, ancora oggi sono molto ricercati dai collezionisti.