Il maltempo colpisce anche il turismo. O almeno queste sono le previsioni tracciate alla fine dell’estate, a poche settimane dall’avvio della stagione invernale. Gli alberghi si preparano ad accogliere i turisti e le case vacanza tracciano le prime stime, eppure – quella alle porte – si preannuncia una stagione altalenante.
Turismo sul Lago di Como, le previsioni per la stagione autunno-inverno
A fare chiarezza è Giuseppe Rasella, vicepresidente della Camera di Commercio di Como-Lecco. “A mio avviso sarà una stagione difficile e complicata, condizionata dagli ultimi avvenimenti metereologici avversi, ma anche da una crisi che riguarda i nostri principali mercati, in modo particolare quello tedesco. Al tempo stesso, abbiamo registrato un incremento di visitatori provenienti da altre destinazioni, come Francia, Nord America e Paesi arabi”, dichiara il vicepresidente Rasella, che prevede “una stagione tra alti e bassi“. Ma poi sottolinea: “I conti si faranno il 31 dicembre. La bella notizia è che il trend di crescita registrato negli ultimi dieci anni, al netto del periodo Covid, è stato raggiunto”.

“Dopo un’estate positiva – spiega ancora Rasella – potrebbe andare meno bene la stagione autunno/inverno. Il problema – precisa – non riguarda tanto le località maggiormente note del territorio, che restano importanti e trainanti per il settore. Il sovraffollamento che si registra in Centro Lago e nel capoluogo lariano resta una costante, anche nei prossimi mesi. Tuttavia, non può dirsi lo stesso per altre località ugualmente affascinanti ma meno gettonate”.
I turisti non mancano, va detto, ma serve potenziare infrastrutture e rafforzare ulteriormente un settore che si conferma florido, almeno da aprile a settembre. Quando le temperature si fanno più rigide e le giornate si accorciano, invece, attrarre turisti diventa più complicato, soprattutto in alcune zone del lago. Parola chiave: “destagionalizzazione”. Allungare la stagione è la sfida del settore turistico comasco. Lo ribadiscono gli addetti ai lavori.
In primavera e poi durante l’estate, il Lario attira centinaia di migliaia di turisti, gli alberghi sono spesso sold out e il numero di presenze cresce anno dopo anno. Resta più difficile, però, portare a Como un turista in quella che comunemente si considera “bassa stagione”. Il lago ha sempre il suo fascino e sa accogliere i visitatori anche in autunno e in inverno, offrendo un’atmosfera più autentica e raffinata, meno caotica, ma ugualmente suggestiva. Eppure, quando le temperature si abbassano e il freddo è protagonista, alcune zone del Lago di Como restano praticamente dimenticate. E non è un caso, quindi, se molti hotel siano spesso stagionali.
Le criticità del territorio
Permangono poi una serie di problemi: serve delocalizzare i flussi turistici, ma per farlo bisogna potenziare infrastrutture e mobilità.
“Le criticità del territorio, che condizionano il turismo sul Lario, sono rimaste le stesse di dieci e venti anni fa”, commenta Rasella. In particolare, prosegue, “a limitarci molto è la carenza cronica di infrastrutture su tutto il nostro territorio”. Un’attenzione, poi, al tema della mobilità, lacuale, su ferro e su gomma. “Serve delocalizzare i flussi turistici – ribadisce il vicepresidente della Camera di Commercio Como-Lecco. Abbiamo dei borghi meravigliosi, anche nell’entroterra comasco, brianzolo e lecchese, ma dobbiamo permettere ai visitatori di raggiungerli. Altrimenti concentriamo i flussi nelle stesse località, già note. Località – precisa ancora Rasella – importanti e trainanti, ma che cominciano a soffrire di sovraffollamento e di cattiva gestione della mobilità“.