Da oasi per famiglie a terra di nessuno. In realtà, non proprio di nessuno: i giardini a lago di Como sono diventati un feudo di balordi.
Ubriachi, spacciatori, delinquenti di piccolo cabotaggio ma di alto impatto sulla sicurezza urbana.
E proprio l’area dei giardini ritagliata a misura di famiglia – una vecchia locomotiva restaurata, una fontana, i giochi dei bambini, le panchine – è off limits. Vietato entrare.
Non passa ormai settimana senza che la pagina della cronaca debba occuparsi dei giardini a lago. Gli interventi delle forze dell’ordine si moltiplicano: quando non è uno spacciatore arrestato, è una rissa sedata.
La zona è letteralmente nelle mani dei balordi. Al punto che diventa difficile – se non pericoloso – anche effettuare delle riprese video.
Il nostro operatore deve chiudersi in macchina per poter filmare senza cacciarsi nei guai. Oppure deve piazzare il cavalletto lontano e utilizzare lo zoom. Perché appena si avvicina per registrare immagini generiche dei gardinetti, in pochi minuti la situazione diventa poco sicura. Partono insulti e parolacce, ed è meglio andarsene, per non scaldare gli animi.
Quando si entra nella parte più nascosta dei giardini, si ha la sensazione di entrare in una zona franca. Dove degrado, spaccio e microcriminalità hanno sfrattato famiglie, turisti e bambini.
basterebbe che lasciassimo alla polizia la possibilità di usare la forza e, se necessario le armi…
Tranquilli, adesso arriva Mr Salvini, che risolverà tutto in un amen. E magari anche meno.
Non ha forse messo nel programma di governo che rimanderà indietro tutti i clandestini, sfollerà i campi rom, sbatterà fuori tutti gli abusivi?
In che modo, non l’ha detto.
E tra il dire e il fare…