180mila persone che giocano o hanno giocato d’azzardo nell’ultimo anno, 15mila giocatori problematici, di cui un terzo patologici. I quattro Sert del territorio (ovvero i servizi per le tossicodipendenze) ne seguono 700. Viene quindi intercettata soltanto una minima parte (la percentuale è comunque più alta rispetto alla media italiana), è il sommerso la vera piaga. Sono i dati relativi alla provincia di Como di un problema in espansione: la ludopatia, i cui numeri sono in crescita. Da fenomeno sociale a emergenza sanitaria che coinvolge anche molti giovanissimi (nonostante il divieto ai minori), 2mila sono studenti tra i 15 e i 19 anni.
La maggior parte delle persone gioca per vincere e la crisi economica non ha aiutato. Ma a un certo punto si entra in un meccanismo compulsivo, in un circuito di vera sottomissione a slot machine, videolotterie, gratta e vinci. Molti ancora non parlano di malattia, ma semplificano dicendo che si tratta di un “vizio” eppure è una dipendenza non meno grave o pericolosa di droga e alcol.
Uomini adulti, più del 16% sono pensionati, sono coinvolte tutte le professioni in modo trasversale ma molti sono gli operai. Rientrano in questa descrizione i pazienti che hanno deciso di affidarsi agli esperti per uscire dal tunnel. Fondamentale il contributo delle famiglie per far emergere il problema e per trovare una soluzione.
La Lombardia è una delle regioni ai primi posti per soldi spesi nel gioco in particolare slot machine e videolottery. Riconoscendo il problema la Regione ha investito dei fondi per un piano d’intervento, declinato poi sui singoli territori. Le cure sono gratuite, guarire si può.