Nel 2017 sono stati 198 gli italiani che si sono sottoposti ai processi di sperimentazione. Nel linguaggio tecnico sono chiamati “soggetti volontari sani”, in parole povere cavie umane, individui che mettono a disposizione il proprio corpo, ricevendo in cambio un rimborso economico per la sperimentazione di farmaci e terapie di vario genere.
A livello nazionale continua a far discutere il nuovo scandalo che coinvolge i grandi colossi dell’industria automobilistica tedesca, che avrebbero effettuato esperimenti su persone e scimmie, per analizzare gli effetti sulla salute dei gas di scarico. Oltreconfine, in Canton Ticino, dopo la chiusura nel 2012 dell’Ipas di Ligornetto, a occuparsi di sperimentazione su soggetti umani l’unica clinica rimasta è la Cross Research. L’azienda di Arzo (nel comune di Chiasso) ha una sezione dedicata sul proprio sito: “Diventa un volontario”.
Il numero di italiani che hanno oltrepassato il confine elvetico come volontari sani è in calo rispetto al 2016, quando a recarsi nelle cliniche di sperimentazione in Canton Ticino sono state 246 persone. “La fascia più rappresentativa del campione va dai 20 ai 40 anni – dice Giovan Maria Zanini, presidente del Comitato Etico cantonale – Oltre la metà sono studenti universitari per lo più ragazze”. I rimborsi economici variano a seconda dei giorni necessari per lo studio. In media un volontario viene rimborsato di 200 euro al giorno e di solito per uno studio l’impegno richiesto è di due giorni al mese. Ad essere testati sono per lo più prodotti cosmetici e i farmaci da banco.