La Svizzera procede sulla strada delle procedure d’asilo accelerate e annuncia che, dal primo marzo dell’anno prossimo, le pratiche dei richiedenti asilo saranno completate, almeno nel 60% dei casi, in un periodo massimo di 140 giorni.
La Svizzera accelera, mentre in Italia i tempi per le procedure di analisi delle richieste d’asilo restano decisamente più dilatati. Ieri, nel suo intervento in prefettura a Como, il neo ministro dell’Interno Matteo Salvini ha denunciato proprio i tempi troppo lunghi per completare l’iter della richiesta di asilo, annunciando la volontà di intervenire subito per modificare la situazione.
“Il percorso per l’iter per la richiesta di asilo politico arriva a durare fino a tre anni. Non è serio – ha attaccato il vice premier – Lavoreremo sulla riduzione dei tempi e dei costi, perché l’Italia è il Paese più generoso d’Europa in termini di garanzie economiche ai richiedenti asilo. Saremo non più severi ma più giusti nel dare diritti a chi davvero ha diritti, ma nel sospendere le pratiche a chi invece non ha alcun diritto a restare in Italia”.
Parole pronunciate appunto mentre dall’altra parte del confine il Consiglio federale ha fissato entro il marzo prossimo l’entrata in vigore della riforma approvata due anni fa con un referendum che prevede appunto una riforma delle procedure. Le procedure celeri sono già state sperimentate a Zurigo, con esito positivo. L’obiettivo degli elvetici è arrivare a gestire almeno il 60% delle richieste nel termine massimo di 140 giorni. Solo per i casi che richiedano approfondimenti particolari è prevista una procedura più ampia che dovrà comunque essere portata a termine entro un anno.