Dal 1° agosto, in tutto il Ticino, entrerà in vigore la “tassa di collegamento”. Altro non è che una gabella sui grandi posteggi privati. Un costo che potrebbe ricadere sui frontalieri comaschi e lombardi che lavorano in Ticino. La data è stata stabilita ieri dal Consiglio di Stato.
Il concetto di fondo è tassare i “generatori di traffico”, per incentivare politiche di mobilità sostenibile: la tassa colpirà 200 posteggi con più di 50 posti auto in tutto il Ticino, quindi – prevalentemente – le grandi superfici commerciali. Chi ridurrà i posteggi, pagherà meno tasse.
LE TARIFFE
Il provvedimento scatta, come detto, il 1° agosto e resta in vigore per un periodo di prova di tre anni. Gli importi sono stabiliti dal regolamento di applicazione della tassa: 3,5 franchi al giorno per ogni posteggio destinato al personale e 1,5 franchi al giorno per gli spazi destinati ai clienti. E’ stato stimato un gettito di 18 milioni di franchi all’anno, che dovranno essere reinvestiti nel trasporto pubblico.
CHI PAGHERA’
Le possibili conseguenze sui frontalieri sono evidenti. Quei 18 milioni di euro potrebbero essere versati, in buona parte, dai comaschi e dagli italiani che lavorano in Svizzera, chiamati in futuro a pagarsi il posteggio persino dentro il recinto aziendale, a meno che le imprese ticinesi riescano a farsi carico dell’intera tassa di collegamento. Se così non fosse, il costo della tassa verrebbe scaricati in parte o completamente sui dipendenti. Frontalieri, ma anche svizzeri.