Come ampiamente prevedibile ha vinto il sì. Oggi i ticinesi hanno votato per il referendum Prima i nostri (titolo eloquente) promosso dalla destra nazionalista Udc sostenuta dalla Lega dei Ticinesi.
Il risultato a spoglio concluso è chiaro: il 58% ha votato sì, i no sono stati il 39,7. Il quesito chiedeva che a parità di condizioni e qualifiche professionali, in caso di assunzione per un posto di lavoro, sia privilegiato un residente a scapito di uno straniero. Evidentemente i più colpiti dalla decisione sono i frontalieri di Como, Varese, Lecco e Sondrio.
“Vogliamo che nella Costituzione ticinese – si legge sul sito dei promotori -siano ancorati i principi che abbiamo elencato e per cui ci siamo battuti. Promuoviamo un’iniziativa costituzionale che ponga rimedio all’attuale mancanza di protezione per i salariati ticinesi. Questa non è una battaglia partitica, ma una lotta trasversale per sostenere la nostra identità e i nostri diritti; che vuole proteggere i salariati dal dumping salariale in atto grazie al continuo aumento del frontalierato in campi dove la manodopera indigena non trova più lavoro. Vogliamo che i nostri Paesi vicini ci trattino con rispetto e ci tolgano dalle black list sulle quali ingiustamente ci hanno messi. Vogliamo che i nostri vicini smettano di discriminarci impedendoci, con difficoltà burocratiche create ad hoc, di svolgere i compiti previsti dai trattati bilaterali per mezzo del libero accesso al mercato europeo.
Per i ticinesi che vengono a fare spese in Italia propongo una legge che dia la precedenza alle casse prima agli italiani e poi a loro.