Lo scontro politico sul tema dei migranti sembra essersi attenuato, ma il fenomeno è tutt’altro che diminuito. Gli arrivi sono quotidiani. Proprio oggi, la Caritas diocesana di Como ha accolto dieci profughi del Mali: e, sempre la Caritas, per voce del direttore Roberto Bernasconi, quantifica le dimensioni dell’accoglienza comasca.
La provincia lariana sta dando ospitalità a 1.030 profughi. Nelle scorse settimane si parlava di 700 migranti in provincia di Como, e già il numero sembrava elevato: ora, è stata superata ampiamente la soglia dei mille.
<Forse in questo momento non ci sono appetiti elettorali e la politica si occupa d’altro – premette Bernasconi – ma la situazione, per chi si trova a gestirla, non è certo migliorata>. E la parte più delicata deve ancora arrivare, avverte il direttore della Caritas. <Il programma di accoglienza finirà e i richiedenti asilo riceveranno un verdetto. Molti diventeranno clandestini. Non c’è lavoro per tutti. Manca ancora una strategia politica di alto profilo che spieghi come gestire queste situazioni>.
L’appello di Bernasconi è rivolto ai politici, ma il direttore della Caritas invita a riflettere anche i comaschi, citando un drammatico episodio di pochi giorni fa: l’annegamento del quattordicenne Jospin Agossou, morto sabato davanti a Villa Geno. Un migrante di 25 anni, pachistano, si è gettato in acqua per tentare di salvarlo. <Lo conosco, l’ho incontrato, è ancora scioccato per quanto accaduto. È l’esempio – conclude Bernasconi – di come chi la società considera un peso in realtà possa essere una risorsa>.