Da anni erano una presenza fissa per gli ospiti della Ca’ d’Industria poi all’improvviso, venerdì scorso, senza una reale spiegazione le suore ugandesi hanno lasciato via Brambilla, probabilmente in via definitiva. Sono state allontanate e rimandate nel loro Paese, in Africa.
Una decisione che non ha mancato di suscitare malumori e anche un notevole dispiacere tra gli ospiti, che alle religiose erano affezionati. Dell’ improvviso allontanamento, ieri sera, si è parlato anche sui banchi di Palazzo Cernezzi, con una comunicazione preliminare del consigliere dell’opposizione, Enrico Cenetiempo. «Vogliamo sapere – ha detto – i reali motivi di una decisione che ha creato non poco malcontento e ha tolto figure che davano un notevole aiuto».
Dietro il caso delle suore dell’Uganda ci sarebbero motivi economici. Le religiose, sembra, ricevevano un contributo mensile di 200 euro ciascuna. Per il lavoro svolto a Como poi, pare che dal Lario partisse un contributo annuale di circa 20mila euro per finanziare la missione della congregazione delle suore in Africa.
«Il contratto con le suore dell’Uganda era scaduto nell’agosto scorso. Facevano un grande lavoro ma, essendo solo quattro, non potevano garantire un’assistenza religiosa a tutti gli ospiti. Abbiamo dunque deciso di non rinnovare questo servizio e avviare piuttosto una nuova collaborazione con le parrocchie, coinvolgendo i sacerdoti e i fedeli». Clemente Auguadro, presidente di Ca’ d’Industria, spiega i motivi dell’allontanamento delle religiose africane. «Stiamo rivedendo la gestione ordinaria e tutti i contratti in scadenza – dice Auguadro – Il contratto con le suore comportava un costo importante a fronte di un’assistenza religiosa non sufficiente. Abbiamo preferito coinvolgere le parrocchie, anche per riavvicinare i comaschi a Ca’ d’Industria».
SONO IN ACCORDO CON LA DECISIONE DI COINVOLGERE LE PARROCCHIE COSI’ TANTI DIACONI IN ATTESA DI COMMESSE POSSONO RENDERSI UTILI.