Il peso era diventato un’ossessione. Non tanto – o non solo – per lei, quanto per la madre, allontanata da casa con l’accusa di maltrattamenti.
Una misura cautelare, frutto di un’inchiesta della Procura di Como nata da una segnalazione presentata dalla zia della adolescente.
Una ragazza alta un metro e 72, che – stando ai rigidi dettami che la madre avrebbe imposto – non poteva superare i 50 chilogrammi di peso.
La misura cautelare è stata chiesta dal pm Daniela Moroni e firmata dal giudice Carlo Cecchetti.
Secondo l’accusa, la donna 47enne avrebbe pesantemente condizionato la figlia, controllando il peso in modo maniacale e redarguendola severamente a ogni minima oscillazione. Una pressione costante, un continuo richiamo alla forma fisica. Sfoghi seguiti da una rigidissima dieta a base di verdure e poco altro. Un regime ferreo.
La zia della giovane, medico, avrebbe quindi segnalato alla Procura i gravi disturbi della nipote negli ultimi tempi, e da quella segnalazione sarebbe poi partita l’inchiesta sfociata nella misura cautelare dell’allontanamento della madre.