La Guardia di Finanza, Sezione Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di polizia economico finanziaria, si è presentata negli uffici del Comune di Como mostrando un ordine di acquisizione di documenti (firmato dalla Procura) relativo alla procedura pubblica di assegnazione dell’impianto sportivo di viale Geno. Impianto che dopo anni di gestione della Como Nuoto, nelle scorse settimane era passato di mano finendo alla Pallanuoto Como per poi, da ultimo, tornare – dopo le verifiche effettuate – alla Como Nuoto. Un braccio di ferro durato a lungo finito ora sul tavolo del pubblico ministero Pasquale Addesso.
Di fatto un passaggio annunciato dopo l’esposto che era stato presentato in Procura, nelle scorse settimane, dal consigliere di minoranza Alessandro Rapinese.
Le fiamme gialle si sono presentate a Palazzo Cernezzi – con il mandato della Procura – nella mattinata di ieri – e hanno chiesto di poter acquisire tutta la documentazione relativa al bando di gara per il compendio conteso, carte che ora verranno passate al setaccio alla ricerca di eventuali reati. Per il momento il fascicolo – che è già stato aperto e che è a carico di ignoti – ha come ipotesi da perseguire l’articolo 353 del codice penale, quello che tratta la «turbata libertà degli incanti». Quanto avvenuto in queste ore, e che ha portato la guardia di finanza ancora una volta tra i corridoi del Comune di Como, era un atto atteso e dovuto in seguito – come detto – all’esposto che era stato presentato dal consigliere Rapinese che per ben due volte aveva raggiunto il palazzo di giustizia lariano per segnalare irregolarità: la prima per depositare l’esposto, la seconda pochi giorni dopo per mettere sul tavolo una ampia integrazione di documenti.