Bagarre oggi alla seduta del consiglio regionale della Lombardia, sospesa poco dopo mezzogiorno a causa delle polemiche scoppiate in seguito alle comunicazioni del governatore Attilio Fontana sulla zona rossa erroneamente istituita.
“La misura è colma e la mancanza di rispetto verso la Lombardia e i lombardi è andata oltre i limiti – ha detto Fontana nel suo intervento in aula – La Regione invia tutti i giorni i dati certificati in modo corretto. Fino a questo momento i dati prodotti dall’Istituto Superiore di Sanità non erano mai stati da noi contestati, anche in considerazione del lavoro comune portato avanti. Nell’occasione del report 35 abbiamo invece notato la discrepanza tra l’indice RT sintomi e il resto degli indicatori, orientati verso uno scenario di tipo 2, che corrisponde alla zona arancione. Così abbiamo ricalcolato al nostro interno l’indice e chiesto una valutazione più coerente da parte della Cabina di Regia”.
Al termine del suo intervento, il consigliere Michele Usuelli di +Europa, si è inginocchiato davanti al governatore e alla giunta chiedendo che i dati disaggregati sulla pandemia fossero resi pubblici. E sono poi scoppiate le contestazioni a suon di fischi e cartelli.
Sei consiglieri regionali, di cui quattro del MoVimento 5 Stelle, sono stati espulsi dall’aula. “Oggi alle minoranze non è stato consentito svolgere il proprio ruolo – ha commentato il consigliere pentastellato Raffaele Erba – Avremmo voluto ricevere chiarimenti esaustivi sull’errata istituzione della Zona Rossa e massima trasparenza sui dati dei singoli parametri. Queste informazioni essenziali però non ci sono state fornite”. Rinviata, a causa della bagarre, la presentazione della mozione del Movimento sull’istituzione della zona gialla nelle province meno colpite.
Anche il gruppo regionale del Pd ha abbandonato l’aula assieme alle altre forze di opposizione. “Quanto è successo oggi segna un punto di svolta: o Fontana dà piena trasparenza sui dati della pandemia e fa partire la riforma della sanità regionale o noi continueremo a protestare – ha detto il consigliere Angelo Orsenigo – Il governatore è venuto in aula continuando a negare ogni responsabilità sui dati sbagliati e si è rifiutato di fornire ciò che chiediamo da mesi, ovvero i dati disaggregati che ci dicano come stanno le cose in Lombardia e rendano trasparente la situazione”.
“Le istituzioni non si fermano mai, e nessuno può pensare di arrestarne il funzionamento perché hanno anticorpi e regole che le mettono al di sopra di ogni tentativo di sabotarle. – ha commentato il presidente del consiglio regionale, Alessandro Fermi – Oggi l’istituzione regionale è stata minata da comportamenti irrispettosi nei confronti innanzitutto dei cittadini lombardi: ben venga un confronto politico duro e schietto, ma è stato grave cercare di bloccare ripetutamente i lavori con atteggiamenti strumentali. Il Consiglio regionale alla fine ha comunque approvato provvedimenti importanti a tutela dei figli minori di genitori separati e per favorire l’ingresso dei disabili nel mondo del lavoro, provvedimenti condivisi e che certamente ai cittadini lombardi stanno molto a cuore”.