Le vaccinazioni agli operatori delle forze dell’ordine hanno preso il via oggi a Como nella caserma della guardia di finanza di Rebbio. Sono 270 le dosi di AstraZeneca somministrate nella prima giornata.
L’équipe di medici, infermieri e amministrativi dell’Asst Lariana proseguirà l’attività fino a giovedì prossimo, in base alla programmazione concordata con la prefettura. Coinvolti carabinieri, agenti della questura, guardia di finanza, vigili del fuoco e polizia penitenziaria. Acquisiti gli elenchi, nei prossimi giorni si procederà anche con gli agenti della polizia locale di tutto il territorio provinciale.
La scuola
Da lunedì 8 marzo toccherà anche agli insegnanti e agli operatori scolastici, che saranno vaccinati in via Napoleona. Saranno attivati tre ambulatori, operativi sette giorni su sette, mattino e pomeriggio, dove si potranno somministrare fino a 396 vaccinazioni al giorno. Per aderire alla campagna vaccinale, il personale docente e non docente delle scuole statali deve registrarsi alla piattaforma vaccinazionicovid.servizirl.it, inserire il codice fiscale; spuntare la casella soggetti appartenenti alle categorie prioritarie; inserire le ultime 5 cifre della tessera sanitaria e un cellulare. Nei prossimi giorni il sistema verrà aperto per consentire le adesioni: del personale scolastico anche delle scuole paritarie, degli istituti di formazione professionale, dei servizi educativi per l’infanzia pubblici e privati e dei nidi.
Negli altri punti vaccinali dell’Asst Lariana proseguono le sedute per gli over 80, così come quelle per le categorie della cosiddetta fase 1 bis e per la somministrazione delle seconde dosi.
Il commento
“Riteniamo che questa ulteriore fase del processo vaccinale sia di estrema importanza – osserva il direttore generale dell’Asst Lariana, Fabio Banfi – per garantire una copertura al rischio in categorie essenziali che costituiscono un asset strategico per lo sviluppo territoriale e dell’intero sistema Paese”.
sono molto preoccupato anche per le condizioni delle case di riposo. Per gli ospiti, per il personale tutto, per i volontari e per i familiari che le frequentavano.
Io ho un fratello degente in una casa di riposo del Piemonte, un altro in una casa di riposo del Veneto e una cara amica in una della Lombardia, ammalata di SLA.
Improvvisamente le case di riposo hanno sbarrato gli ingressi a parenti e volontari.
Il personale è stato costretto a fare tutto da soli, senza il supporto di volontari e parenti.
Questo ha avuto delle grosse ripercussioni fisiche e psichiche sui degenti e uno stress per il personale.
L’organico di una casa di riposo viene calcolato anche sulla base della preziosa collaborazione di parenti e volontari che collaborano nell’assistenza alimentare, igienica e psichica.
L’improvvisa fuoriuscita di queste due categorie porta uno scompenso non privo di conseguenze.
Non ritiene che sia urgente riaprire le case di riposo a parenti e volontari a cui sia stata fatta almeno una dose di vaccino per offrire una migliore assistenza agli ospiti e far diminuire lo stress al personale?