Correva l’anno 1994, quello della discesa in campo in politica di Silvio Berlusconi, quello in cui l’Italia perse ai rigori i mondiali contro il Brasile.
Bisogna tornare indietro di 27anni – un’altra epoca – per vedere la pallacanestro Cantù retrocedere in A2.
Una storia lunga ricca di trofei e successi quella della società, ma oggi a distanza di così tanto tempo si torna a lottare per scongiurare il passo indietro. I brianzoli reduci dal ko interno contro Trento sono in fondo alla classifica a 4 lunghezze dalla penultima. Non tutto è perduto, ci sono ancora 4 gare, l’imperativo è vincere.
La stagione che sta per chiudersi, è stata fortemente condizionata dall’emergenza Covid, ne è convinto Pierluigi Marzorati, bandiera della società biancoblu che analizza il lavoro degli ultimi mesi.
L’analisi di Pierluigi Marzorati
“Quest’anno non c’è stata continuità, ai classici infortuni si sono sommati gli stop dovuti all’attuale situazione sanitaria e questo ha influenzato il prosieguo regolare e ha impedito di lavorare come di solito si fa – ha detto – è chiaro che questa condizione vale per tutte le squadre non solo per Cantù – aggiunge – ma chi è più dotato è riuscito a sopperire alle eventuali mancanze”.
Inevitabile una riflessione sul roster: “Con il senno di poi è facile parlare – dice ancora Marzorati – sappiamo tutti che il budget era limitato e che arrivavamo da un periodo economico difficile. Durante la stagione sono stati fatti degli innesti importanti come Gaines e Radic per imprimere un cambio di passo. Io credo – ribadisce – che a pesare più di tutto sia stata la discontinuità”.
Il risultato di ieri non aiuta e le prossime 4 gare, come detto, saranno decisive. “Il percorso non è semplice ma nemmeno impossibile” secondo Marzorati “Ci speriamo ancora, bisogna solo pensare a vincere, dobbiamo andare a Brescia con questo obiettivo e ognuno di noi – tifosi compresi – deve fare la sua parte credendoci e schierandosi al fianco della squadra”.