Il coprifuoco confermato fino alle 22 e le misure per la ristorazione che prevedono in zona gialla la possibilità di riaprire da lunedì ma solo all’aperto per tutto il mese di maggio sono materia di critiche anche tra le forze politiche che sono al governo.
“Il decreto cosiddetto riaperture è oggettivamente deludente – attacca Alessandro Fermi, esponente di Forza Italia e presidente del consiglio regionale – Salvo solo il titolo. L’approccio dell’esecutivo nei confronti di un ritorno alla normalità è discriminatorio, contraddittorio e lontano dal buon senso. Discriminatorio perché non considera le differenze climatiche italiane e quelle strutturali di tanti bar e ristoranti. Contraddittorio – aggiunge – perché, se la certificazione verde è il giusto strumento per riacquistare alcune libertà, non si capisce perché venga utilizzata solo per gli spostamenti e non per l’accesso a tutti i pubblici esercizi. Privo di buon senso perché il mantenimento del coprifuoco alle 22 non trova fondamento su alcuna ragione epidemiologica”, conclude Fermi.
Dello stesso parere il sottosegretario della Lega, Fabrizio Turba. “Ci voleva più coraggio, così si finisce per penalizzare chi non ha gli spazi esterni o chi vive in luoghi di montagna ad esempio dove fa freddo per cenare fuori – ha detto – Uno sforzo in più si poteva fare, questo decreto non garantisce niente a nessuno e genera scontento nelle attività perché si sentono non considerate. Peraltro – aggiunge Turba – i locali sono attrezzati, le vaccinazioni procedono velocemente tante attenzioni sono diventate la quotidianità per i clienti allora perché non provarci. Anche l’estensione alle 23 del coprifuoco avrebbe dato un po’ di respiro in più ai ristoratori nella fascia della cena”.
Da un partito di governo all’altro i contenuti non cambiano. “Il Decreto riaperture presenta diversi punti deboli soprattutto nell’ambito della ristorazione e nel comparto turistico – commenta Raffaele Erba, consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle – La conferma del coprifuoco dalle 22 alle 5, che si prospetta fino al 31 luglio, penalizza ristoratori e albergatori. Di fronte a una pandemia è giusto essere cauti ma servono costanti rivalutazioni per rivedere gli orari non appena i numeri lo consentiranno” sottolinea Erba, che crede invece che il “certificato verde”, che garantisce la libertà degli spostamenti, possa avere “un effetto boomerang se non si trova il modo di estenderlo anche per i viaggi oltreconfine”.