I nuovi treni sono troppo alti per la galleria Monte Olimpino e la Milano-Chiasso si ferma a Como. Il caso è esploso dopo che uno dei vecchi convogli in viaggio sulla tratta che collega Italia-Svizzera, per un guasto è stato sostituito da un Caravaggio, treni di ultima generazione a due piani, troppo alto per passare nel tunnel. Risultato: corse interrotte a San Giovanni e, in direzione opposta, in partenza dal capoluogo lariano anziché dalla Svizzera.
Un problema tutt’altro che recente, anzi, oggi scopriamo che era noto da tempo. Un anno fa Regione Lombardia aveva scritto a Rfi, il gestore della rete. “Avevamo formulato una richiesta per l’adeguamento della sagoma della galleria Monte Olimpino 1 nell’ambito del Tavolo di Ascolto 2022, sia con riferimento al transito del treni passeggeri a due piani sia per il transito dei merci”, spiega l’assessore alle Infrastrutture di regione Lombardia, Claudia Maria Terzi che aggiunge: “La richiesta era stata valutata come meritevole di approfondimento da parte di RFI, che si è impegnata a perfezionare le valutazioni di competenza per i treni passeggeri”.
Da un anno però nulla è cambiato anzi ad andare in scena – non appena il caso è riesploso – è stato il solito rimpallo di responsabilità tra Trenord, che difende i suoi convogli e scarica la colpa sulla galleria inadeguata e Rfi che contesta la decisione di ordinare nuovi convogli che, era ben noto, non avrebbero potuto percorrere la galleria. A pagare le spese, come spesso accade, sono gli unici incolpevoli, i viaggiatori.
Rfi, tramite l’ufficio stampa, aveva replicato che “sono le prime verifiche e studi fatti da Rfi di un intervento complesso sia dal punto di vista tecnico che impegnativo dal punto di vista finanziario. Si stanno approfondendo le prime risultanze degli studi per definire tempi e costi dell’intervento”.
A promettere maggior efficienza della linea ferroviaria è anche l’assessore ai Trasporti di Regione Lombardia, Franco Lucente: “Nel 2025 arriveranno nuovi convogli, i Regio Express. Cercheremo di dare un’offerta migliore all’utenza”.
Intanto l’opposizione del consiglio regionale attacca l’operato della giunta Fontana e chiede il “divorzio” da Trenord. “Treni troppo alti, gallerie troppo basse, corse cancellate sulla Milano-Chiasso e ancora un convoglio della Como-Lecco che si blocca per il freddo, alla fine di novembre. Se questi sono i presupposti del rinnovato “matrimonio” – per utilizzare un’espressione cara all’assessore Lucente – tra Regione Lombardia e Trenord c’è da chiedere il divorzio. Aver costretto i pendolari lombardi a subire disagi quotidiani fino a ora è stato grave. Estendere il supplizio per altri dieci anni è completamente inaccettabile”, dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo: “Come Partito Democratico daremo battaglia in Consiglio regionale perché tutte le promesse fatte dall’assessore Lucente su affidabilità e frequenza si trasformino davvero in un servizio all’altezza della Lombardia e dei lombardi”.