Lutto in Svizzera e in Canton Ticino per la scomparsa, a 78 anni di Dick Marty, una figura di spicco, che si è distinta nei campi della giustizia e della politica durante gli ultimi 50 anni. Nato a Sorengo nel 1945, da procuratore pubblico è stato protagonista di importanti inchieste, soprattutto contro la criminalità organizzata, il riciclaggio di denaro e il traffico di sostanze stupefacenti. Al Consiglio d’Europa è stato relatore nell’inchiesta su presunte prigioni della Cia nel continente. Si era anche impegnato – ricevendo pesanti minacce di morte – nell’andare a fondo sulla questione dei crimini di guerra nel conflitto interno della ex Jugoslavia.
Laureatosi in giurisprudenza all’università di Neuchâtel, Marty è stato nominato procuratore pubblico del Canton Ticino nel 1975. Ha ricoperto questo ruolo fino alla fine degli anni ’80. È entrato in Consiglio di Stato nel 1989, come successore di Claudio Generali, e ha diretto per sei anni il Dipartimento delle pubbliche costruzioni e il Dipartimento delle finanze e dell’economia. Nel 1992 è diventato presidente del Governo. In questo ruolo appoggiò e sostenne con convinzione fin dalle prime fasi di lavoro il progetto ferroviario AlpTransit.
Nel 1995 Dick Marty fu poi eletto al Consiglio degli Stati, rimanendo in carica per quattro legislature. Oltre a rappresentare il Canton Ticino nella Camera alta del Parlamento federale, nello stesso periodo ha assunto la presidenza di Svizzera Turismo (1996-2007) e il ruolo di membro dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (1998-2011). Il suo impegno pubblico contro le ingiustizie, la discriminazione e gli abusi della guerra al terrorismo lo ha portato a ottenere diversi riconoscimenti tra cui uno Swiss Award e il titolo di personalità svizzera più popolare del 2007, insignitogli dalla stampa estera della Confederazione.